Cartiera Romanello, concordato in bilico si rischia il fallimento

Meno di nove mesi. Tanto è servito ai commissari giudiziali del tribunale di Milano per analizzare dieci anni di libri contabili della società nata nel 2001 come Sogebi srl e che oggi si chiama Cartiera verde Romanello spa. Il compito? Valutare la proposta di concordato preventivo elaborata dalla proprietà, in sostanza un accordo con i creditori per il pagamento dei debiti. Un no è sinonimo di fallimento. L’epilogo è fissato martedì 24 settembre alle 13 a Milano. Ma la strada è già tracciata. La indicano proprio i commissari Corrado Camisasca, Cecilia Giacomazzi e Vito Potenza nella penultima pagina della relazione depositata giovedì al tribunale di Milano, esprimendo una «valutazione negativa sulla realizzabilità del piano concordatario». «Non appare ragionevolmente e concretamente prevedibile la distribuzione di alcunché a favore del ceto chirografario, non venendo neppure soddisfatto integralmente il passivo privilegiato», scrivono i commissari che «invitano i creditori a esprimere il proprio voto tenuto conto delle informazioni fornite e delle avvertenze contenute nella presente relazione».
La Sogebi srl nasce a Sarzana (La Spezia) il 15 gennaio 2001. Modifica la compagine sociale nel 2004 con l’acquisizione della Cartiere verde della Liguria srl e trasferisce la sede a Milano. È il 27 ottobre del 2006 quando la Romanello entra nel vortice che la porta alla crisi del 2011. Con quell’acquisizione la nuova società si trasforma in società per azioni, la Cartiera Verde Romanello spa. Nell’indicare le cause della crisi, la proprietà ha parlato di «molteplici e complessi fattori, tra i quali in particolare fattori esogeni come l’innalzamento dei prezzi della materia prima e dei prodotti petroliferi».
Ma commissari puntano l’attenzione su una precisa operazione del 2010, un’operazione definita «anomala». «La crisi d’impresa si è manifestata nell’esercizio 2010», si legge nella relazione. «Il risultato di esercizio 2010 in sostanziale pareggio era infatti frutto solo dell’appostamento contabile conseguente all’operazione straordinaria di conferimento di ramo di azienda del 9 dicembre 2010».
Durante quell’inverno lo stesso complesso immobiliare stimato a giugno 9,3 milioni di euro, a novembre nel valeva 17. «Pur rimanendo il medesimo redattore della perizia di stima, e cioè il dottor Alberto Colella», scrivono i commissari. Quella plusvalenza di 7,7 milioni consente di chiudere l’esercizio 2010 in sostanziale pareggio. Ma al riguardo il collegio sindacale nel verbale del marzo 2011 aveva sottolineato come detta operazione «riveste carattere di straordinarietà, volta solo ed esclusivamente ad una appostazione contabile che può, solo da un punto di vista civilistico, risolvere in parte la copertura delle perdite di esercizio». I commissari censurano pure le cifre pagate per l’affitto della sede di rappresentanza di Milano (oltre 750 mila euro fra 2010 e 2011), le somme a favore della srl Terzi Fin (1,3 milioni) e il «persistente affidamento del cliente gruppo Seregni - Fingraf».
Michela Zanutto
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto