Carne di cervo in freezer: dirigente della riserva di Barcis nel mirino dei forestali
Si è giustificato dicendo di aver trovato l’animale già morto. Altra indagine sul presunto abbattimento di un esemplare

Trova un cervo morto nel bosco e se lo porta a casa anziché consegnarlo alle autorità per gli accertamenti di rito.
Per questa leggerezza, un dirigente della Riserva di caccia di Barcis è finito nei guai giudiziari: l’uomo, socio di lungo corso del sito valcellinese, è stato oggetto di una perquisizione da parte della Forestale. Durante l’ispezione domiciliare, da un frigorifero è saltata fuori la carne detenuta illegalmente.
L’uomo si è difeso sostenendo di non aver abbattuto il capo di selvaggina, bensì di essersi limitato a macellarlo. Ma anche questa giustificazione non è priva di conseguenze, soprattutto per una persona che rivesta ruoli attivi nel mondo venatorio.
Gli esemplari deceduti vanno infatti consegnati a un centro di recupero dell’avifauna, che provvede a stabilirne le cause della morte.
Dal bracconaggio, pratica ancora molto diffusa nelle vallate dell’Alto Pordenonese, a una patologia che potrebbe sfociare in un focolaio, l’attenzione degli inquirenti in questi casi resta alta. Soprattutto in tempi di peste suina e di rogna sarcoptica degli ungulati.
Adesso, per il malcapitato si aprono prospettive poco confortanti. Per episodi simili è infatti prevista una pesante sanzione pecuniaria, che potrebbe determinare anche il ritiro della licenza e l’espulsione dalla Riserva. Infine, i grattacapi penali se i controlli disposti dagli inquirenti non dovessero confermare la tesi del ritrovamento casuale.
A quel punto, nei confronti dell’indagato la Procura della Repubblica di Pordenone potrebbe ipotizzare persino dei reati.
La Forestale regionale è impegnata pure su un altro fonte, stavolta nel territorio a cavallo tra Cimolais e Erto e Casso.
Secondo dei post apparsi sui social e ripresi massivamente dal popolo della rete, alcuni giorni fa al passo di Sant’Osvaldo una cerva sarebbe stata abbattuta a colpi di fucile. Il fatto si sarebbe verificato in pieno giorno e alla presenza di varie persone che avrebbero assistito all’impietosa scena. Il lavoro degli investigatori è ora quello di dare un nome e un volto a chi avrebbe premuto il grilletto, tra l’altro rischiando di impallinare inavvertitamente uno degli escursionisti.
A carico dell’autore del gesto potrebbe scattare un processo con varie aggravanti. Sempre però che si tratti di una notizia vera.
Non sarebbe infatti la prima volta, che in internet compaiono foto e filmati rivelatesi una bufala. Dall’orso avvistato a Ravedis al cane di razza cecoslovacca scambiata per un lupo in pieno centro a Claut, i precedenti si sprecano.
Con l’invito delle forze dell’ordine alla cautela prima di diffondere informazioni prive di una fonte accertata, ma che impongono verifiche da parte delle autorità preposte.
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