Carcere di via Barzellini verso la ristrutturazione Fasiolo “chiama” Roma

Da tempo immemorabile, si parla dell’inadeguatezza della struttura carceraria di via Barzellini, costruita tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento: per quanto nata come “prigione”, risulta inevitabilmente superata alla luce della sensibilità diffusa che si riserva, oggi, al tema della pena e delle condizioni di carcerazione. Nonostante alcuni lavori di sistemazione, la struttura rimane sotto molti aspetti carente, inadeguata, obsoleta. «Ma si procederà – spiega l’ex parlamentare Laura Fasiolo – a un lotto funzionale di lavori che comporterà il completamento dei reparti detentivi dell’istituto penitenziario, compresi i servizi posti nelle aree del piano interrato».
Sono previste anche l’installazione di un ascensore monta-lettighe a servizio dei vari piani e la riqualificazione della cucina detenuti. I lavori sono stati inseriti nel corrente programma annuale del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per un importo complessivo a 1,3 milioni di euro. L’istituto penitenziario fa parte di un più complesso compendio demaniale che comprende pure la sede del tribunale. L’amministrazione ha deciso, dunque, di avviare un programma di interventi manutentivi, di recupero e di adeguamento normativo.
Con il completamento del secondo lotto dei lavori che ha preso il via questa settimana, il carcere di Gorizia acquisterà una dignità nuova. «Il sottosegretario Ferri con la delega al Sistema carcerario - spiega Fasiolo - aveva dato seguito alle mie insistenti richieste, provvedendo a sbloccare i finanziamenti destinandoli esclusivamente al carcere cittadino. Come avevo annunciato il bando di gara era a buon punto e ora la conclusione dell’iter procedurale con l’avvio dei lavori». Aggiunge Fasiolo: «Il trasferimento dei detenuti dall’ala destinata ai lavori ad altri carceri regionali, per la temporanea chiusura dell’ala carceraria più vecchia, comporterà dopo un anno di lavori, finalmente celle dignitose, con bagni e acqua calda, spazi più umani».
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