Carabiniere morto a 46 anni: indagato il medico curante

La Procura ha fissato per lunedì il conferimento dell’incarico per l’autopsia. Nell’esposto la famiglia ipotizza l’omissione di una diagnosi tempestiva

CASSACCO. L’autopsia sul corpo di Emanuele Calligaris, il maresciallo maggiore dei carabiniere di Montegnacco di Cassacco, morto all’età di 46 anni, lo scorso 16 marzo, all’ospedale di Udine, per un’emorragia cerebrale, sarà eseguita lunedì, subito dopo il conferimento dell’incarico ai due consulenti tecnici individuati dalla Procura, nell’ambito dell’inchiesta avviata sul caso sulla scorta dell’esposto presentato dalla famiglia.

Coordinate dal pm Lucia Terzariol, le indagini puntano a precisare le cause dell’improvviso decesso e a verificare eventuali responsabilità da parte dei sanitari che hanno trattato il paziente.

Nel fascicolo, che ipotizza il reato di omicidio colposo in ambito sanitario, al momento è stato iscritto un solo nome. È quello di Carlo Peano, 61 anni, di Treppo Grande, il medico curante con ambulatorio a Cassacco cui Calligaris si era rivolto il 12 marzo, lamentando uno stato febbrile con temperature sopra i 38 gradi.

Nella ricostruzione dei fatti illustrata nell’esposto depositato in Procura dall’avvocato Roberto Mete, che assiste la famiglia insieme alla collega Monica Del Negro, il quadro clinico del carabiniere si aggrava tra il 14 e il 15, quando, a fronte della terapia a base di tachipirina 1000 e vitamina C 1000 prescritta dal medico, si aggiungono un forte mal di testa, il vomito e la perdita di coscienza.

Presentatosi nel pomeriggio del 15, il medico parla di disidratazione e fa una puntura al paziente. Che però, nel giro di un paio d’ore peggiora ulteriormente. A quel punto, il medico consiglia il ricovero, lasciando che a chiamare il 112 sia la moglie. L’ambulanza - la prima disponibile - arriva dopo tre ore. Calligaris viene ricoverato in terapia intensiva, dove prima di mezzanotte ha un’emorragia cerebrale. Morirà nel pomeriggio del giorno dopo.

In questa primissima fase delle indagini preliminari, l’iscrizione del medico è un atto dovuto, quale forma di garanzia per consentirgli di nominare a sua volta un consulente tecnico. Il pm, intanto, ha indicato i propri nel medico legale Antonello Cirnelli, di Portogruaro, e nel professor Felice Esposito, neurochirurgo dell’università Federico II di Napoli. Quanto alla famiglia, la consulenza è stata affidata al medico legale Giulio Lorenzini.

Attraverso l’autopsia, si dovrà accertare, in particolare, se il paziente fosse affetto da qualche patologia rilevante e se il decesso – precisa il quesito – sia riconducibile a errori diagnostici o terapeutici. Si tratterà anche di capire se una corretta e tempestiva diagnosi ne avrebbe evitato il decesso.
 

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