Cappelletto e la città Si rinnova un legame che dura da 50 anni
In mezzo secolo ha visto trasformarsi la città, mutare generazioni, cambiare volto, pur rimanendo fedele a se stessa: il teatro Verdi, la biblioteca, la banca, piazza XX Settembre. E’ una vetrina...

In mezzo secolo ha visto trasformarsi la città, mutare generazioni, cambiare volto, pur rimanendo fedele a se stessa: il teatro Verdi, la biblioteca, la banca, piazza XX Settembre. E’ una vetrina privilegiata su Pordenone quella che, dal 2 dicembre 1967, è occupata dal negozio di calzature e pelletterie Cappelletto, che oggi festeggia 50 anni. A realizzare questo storico negozio è stato Gino di Noale. Con i fratelli aveva già aperto altri negozi di calzature sia nella sua città natale sia in altre realtà del Veneziano. Pordenone rappresentava, a metà degli anni Sessanta, una zona di grande espansione e benessere, tanto che, insieme alla moglie Lina, decise di varcare i confini regionali.
«Questo negozio lo abbiamo aspettato: non era ancora completato il palazzo, così abbiamo preso una licenza per un negozio in corso Garibaldi e poi l’abbiamo trasferita qui, in piazza XX Settembre» racconta Gino che, sebbene in pensione, continua ogni giorno a fare il suo giro in centro e a vedere come stanno le figlie, che ora hanno preso in mano le redini dell’attività. «Come primo impatto ricordo che ho trovato una clientela un po’ rigida, ma in breve ha imparato a conoscerci e ci ha dato grande soddisfazione, ieri come oggi» ricorda il capostipite.
Una trentina d’anni fa è entrata tra quelle mura la primogenita, Cristina, e nel 2001 la sorella Daniela. All’arrivo dei Cappelletto, la città stava vivendo uno strepitoso boom economico. «C’era il circondario e l’anno successivo sarebbe arrivata la provincia» ricorda Gino.
«Pordenone, anche nei periodi bui, si è dimostrata una città lineare nei consumi – gli fa eco Cristina –. Certo, anche qui s’è avvertita la crisi ma abbiamo avuto la capacità di farvi fronte e siamo stati disponibili a comportarci di conseguenza». Un merito che Cristina riconosce al padre è aver avuto la capacità di passare il testimone al momento giusto, garantendo così al negozio di evolvere secondo le mode e i gusti.
A completare la famiglia, molto unita, sono Lina, moglie di Gino, che ha sempre fornito un supporto morale al marito seguendo la famiglia, e Barbara, ultimogenita, che ha intrapreso la strada dell’insegnamento. «Un tempo si lavorava tantissimo, sette giorni su sette: quando non ero in negozio si facevano campionari – spiega Gino -. Adesso il lavoro non basta, per stare a galla bisogna essere veloci, riuscire a cambiare rapidamente in base alle mode e alle esigenze».
Per festeggiare il mezzo secolo, i Cappelletto offriranno una cena alle collaboratrici che quotidianamente lavorano fianco a fianco alla famiglia per mantenere alto il nome, sinonimo di qualità italiana. «Noi però – conclude Cristina – festeggiamo ogni giorno: con la città e la nostra clientela».
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