“Capo Martino 2016” batte tutti: è il miglior vino bianco dell’anno

UDINE. Prestigioso riconoscimento per il vigneto Friuli. Il “Capo Martino 2016” di Jermann, uno dei più noti vignaioli del Collio, conosciuto e apprezzato anche fuori dai confini italiani, è stato eletto miglior vino bianco dell’anno dagli esperti della guida del Gambero Rosso. Un risultato eccezionale che premia un uvaggio bianco (il Capo Martino è un mix di Friulano, Ribolla gialla, Malvasia e Picolit) giunto, nel 2016, alla vendemmia numero 25. Non è la prima volta che Jermann si aggiudica il titolo di miglior bianco d’Italia.
È già accaduto poco meno di vent’anni fa, nel 1999, quando il Vintage Tunina 1997 sbaragliò la concorrenza di migliaia di altri produttori di tutto il Belpaese. Di Capo Martino si realizzano tra le 10 e le 12 mila bottiglie l’anno, ed è destinato alle carte dei vini dei migliori ristoranti italiani ed europei. È una bottiglia importante, il cui prezzo è di circa 40 euro. «Siamo molto contenti di questo riconoscimento – dicono i titolari dell’azienda Silvio e Michele Jermann –, attendiamo le premiazioni ufficiali. Ancora più soddisfazione perché è la seconda volta che un nostro uvaggio raggiunge il massimo delle valutazioni».
Erano gli anni Settanta quando Silvio Jermann assunse le redini aziendali dal padre Angelo, da lì l’escalation che ha consacrato i suoi vini non solo nel panorama nazionale ma anche mondiale. Sono nati il celebre “W Dreams”, il “Vintage Tunina” e soprattutto il “Capo Martino”, «che prende il nome dalla omonima collina di Ruttars, nel cuore del Collio goriziano, acquistata nel 1991 e già utilizzata come punto di osservazione durante la Guerra» afferma Silvio Jermann, «un appezzamento di 7,5 ettari dove si coltivano varietà tradizionali autoctone, Friulano in maggior parte poi Ribolla gialla, Malvasia e Picolit».
«Il Capo Martino – aggiunge ancora il vignaiolo – nasce dall’idea di ottenere un bianco da diverse varietà vinificate in modo tradizionale, come faceva mio padre Angelo, con breve macerazione sulla buccia e una fermentazione e affinamento per 12, 16 mesi in botti di rovere di Slavonia da 7-8 ettolitri arrivando, quindi, sul mercato due anni dopo la vendemmia. E così che l’annata 2016 ci regala questo vino di grande fragranza e sapidità marina.
«Splendida annata la 2016, l’ottima sanità delle uve, ottenuta con condizioni metereologiche ideali, ci ha permesso di scegliere ancor meglio il momento di vendemmia consentendo il raggiungimento di un’interessante bouquet aromatico. La nostra filosofia è ancorata alle tradizioni di famiglia e a un forte legame con il territorio di confine in cui ci troviamo, incrocio di culture mitteleuropee che da sempre cerchiamo di riflettere nei nostri vini e il Capo Martino esprime questi concetti con eleganza, corpo e complessità. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti e investiamo costantemente in progetti innovativi al fine di migliorare sempre la qualità dei nostri vini per non fermarci e raggiungere nuovi obiettivi».
Un degno riconoscimento per un duro lavoro, per Jermann in particolare, ma anche per altri 25 vini friulani che hanno ottenuto i 3 bicchieri dal Gambero Rosso, collocando la nostra regione al vertice nazionale per i bianchi.
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