«Campanile crollato, non ci volevo credere»

Il racconto di quelle ore drammatiche del sindaco di Malborghetto, Oman, sempre in prima linea
Ugovizza 24 Agosto 2013 varie paese Telefoto Copyright Petrussi Press / TURCO
Ugovizza 24 Agosto 2013 varie paese Telefoto Copyright Petrussi Press / TURCO

MALBORGHETTO. «Ho saputo solo durante la notte della caduta del campanile di Ugovizza, ma non ho creduto finchè, al mattino non l’ho visto con i miei occhi». Ricorda il sindaco del comune di Malborgheto–Valbruna, che la sera dell’alluvione era nel capoluogo a dirigere gli interventi in difesa delle genti, mentre, il suo vice Boris Preschern si stava occupando di Ugovizza.

«Ci siamo divisi i compiti nel pomeriggio, quando sembrava si fossero aperte le cataratte del cielo, ma devo dire – racconta Oman - che già il giorno prima, vedendo le previsioni che davano per l’indomani qualcosa come 24 gocce e avvertendo una forte carica di umidità nell’aria, intuivo che qualcosa di eccezionale poteva succedere. Trascorsa la notte in montagna, al mattino non mi sentivo tranquillo e con la famiglia siamo scesi a Ugovizza subito dopo pranzo. Sotto la pioggia copiosa e incessante (400 mm di pioggia in 4 ore) ogni minuto la situazione precipitava. Così sono andato a Malborghetto dove c’erano i primi segnali di pericolo per le case di Cucco, come situazione era critica per le abitazioni vicino al rio Malborghetto, in via Superiore e l’albergo la Baita si stava allagando dall’acqua che scendeva per la vecchia statale proveniente dal rio Fait Graben».

Occorreva intervenire subito. «Abbiamo cercato immediatamente di fare intervenire mezzi meccanici di imprese già presenti in zona e una ruspa è stata fondamentale per aprire un canale verso il Fella per fare sfogare il Fait Graben -, la stessa ruspa è intervenuta a difesa delle case di via Superiore, ma nonostante il prodigarsi dell’autista che ha rischiato d’essere travolto a sua volta e alle persone che hanno vissuto in prima persona il dramma mettendo a repentaglio la propria vita, non siamo riusciti a salvare Bruno Urli».

Dopo la tragedia (i collegamenti erano praticamente impossibili o quasi) il sindaco è riuscito a telefonare alla sede regionale della Protezione Civile e da loro ha avuto la conferma che il tempo era in miglioramento. «Durante la notte sono arrivati in paese i primi soccorsi esterni – ricorda ancora il sindaco Oman -, superando i molti ostacoli lungo la Pontebbana, sono giunti i Vigili del Fuoco e con il mezzo anfibio sono riuscito a ritornare a casa Ugovizza per riposare alcune ore. Al mattino l’altra cruda realtà della scomparsa di Gerti. Poi con l’arrivo in massa dei soccorsi, dalla nostra regione, dalla Carinzia e dalla Slovenia e anche da Bamberga, ci siamo rincuorati e siamo ripartiti. La Regione e anche il governo hanno risposto con celerità». (g.m.)

Argomenti:alluvione 2003

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto