Il campanile e gli affreschi del 1400: la chiesa di Santo Spirito a Prepotto, un tesoro da scoprire

Nel piccolo edificio di culto di Albana sono stati ultimati importanti lavori di consolidamento per oltre 230 mila euro. Nacque nel 1920

Il campanile della Chiesa di Albana, a Prepotto
Il campanile della Chiesa di Albana, a Prepotto

C’è un piccolo tesoro sconosciuto custodito fra le colline pettinate a vitigni e i boschi di castagni. È la chiesa di Santo Spirito ad Albana di Prepotto. In posizione invidiabile, come spesso accade ai luoghi di culto disseminati nelle Valli del Natisone e dintorni: la vista spazia in Slovenia e fino alla pianura con un orizzonte vastissimo.

Nascosta perché difesa dai cipressi del cimitero, ha una caratteristica che si nota subito: il campanile è in realtà un’antichissima torre di guardia, con i merli di mattoni (aggiunti in un’epoca successiva) e il fusto realizzato con pietre locali, provenienti dagli strati del Flysch, arenacei e calcarei. Vi si ricavano conci di pietra tenace, adatti alla realizzazione di murature ma, a lungo andare, quelli arenacei vengono aggrediti dall’azione degli agenti atmosferici: con l’ossidazione dei minerali di ferro contenuti, si verifica un rigonfiamento che provoca il distacco di porzioni superficiali del materiale, per cui è necessario intervenire periodicamente con opportune manutenzioni.

L’antico portone d’ingresso dell’edificio religioso
L’antico portone d’ingresso dell’edificio religioso

Durante i lavori di consolidamento, sono emersi a sorpresa affreschi nel muro esterno che risalirebbero al 1400 e si spera possano essere indagati e recuperati.

Ma partiamo dalla storia di questa piccola chiesa, che si presenta al visitatore con un suggestivo portico con il tetto a padiglione e il portale d’ingresso a sesto acuto con cornice in pietra che risulta leggermente eccentrico rispetto alla facciata. Questo è dovuto al fatto che l’edificio di culto nasce su una preesistente fortificazione e ha inglobato la torre, diventata il suo campanile.

Dai pochi documenti di cui si ha contezza, si apprende che sul colle di Santo Spirito, dove ora sorge la chiesetta, esisteva in origine una “centa”, ovvero un edificio fortificato utile alla popolazione per rifugiarsi in caso di guerre e invasioni: il primo documento che la cita è datato 1161. Ampia 60 metri per 20, la centa corrisponde all’attuale perimetro del camposanto. Qui sorse una cappella (secoli XII-XIII), che nel tempo è venuta ad ampliarsi e a inglobare la torre, trasformandola in campanile probabilmente nel 1600. In un atto del 1534, la chiesa è ricordata con la denominazione “Santo Spirito di Agibana”. Nel resoconto di una visita pastorale di legge che tutte le chiese del territorio sono dotate di campanile “exceptis cappella S. Spiritus de Albana ed in Cosbana cappella Sa. Georgii, que habent turrim altam cum duabus campanis”. Dalle cronache si ricava anche che nel 1691 l’edificio subì danni a causa di un fulmine e che nel 1712 si intervenne per riparare i danni di un incendio.

Il cimitero nasce nel 1820, conseguente al decreto napoleonico che impone il trasferimento fuori dai centri abitati e annette i beni religiosi allo Stato. Trovandosi sulla linea del fronte nella prima guerra mondiale, il luogo subisce danni e diventa cimitero militare. Altri danni fa il terremoto del 1976.

Fin qui le vicende storiche, ora veniamo al percorso per salvarla, che è partito nel 2015, quando i vigili del fuoco vietano l’uso della campane perché si sono verificati “dissesti statici”: in pratica, ogni volta che si chiamava messa, si staccavano dal campanile porzioni di laterizi e pietra, con conseguente caduta al suolo, il che faceva pensare a un grave problema statico. Incaricato dal parroco e dall’amministrazione comunale, l’architetto Celeste Simonetti presenta un progetto di consolidamento e restauro della chiesa, che viene finanziato dalla Regione nel 2021 con 186 mila euro, pari all’80 per cento dei 232 mila euro del costo complessivo.

Ottenuto l’ok della Soprintendenza, nel 2022 e 2023 sono stati stanziati dalla Fondazione Friuli altri 20 mila euro in due tranche nell’ambito del bando Restauri. Inoltre la parrocchia di San Giovanni Battista di Prepotto, responsabile dell’edificio, ha raccolto oltre seimila euro di offerte e il Comune ha aggiunto altri 20 mila euro pari all’importo residuo.

In sostanza, una gara di solidarietà ha permesso di completare la prima parte dei lavori, che hanno riguardato il consolidamento del campanile e del concerto campanario (le campane ora posso suonare!) il manto di copertura per scongiurare infiltrazioni d’acqua e le pitture esterne.

Qual è la novità? Che durante i lavori sono spuntati nel muro esterno lacerti di affresco, per ora solo parzialmente visibili, che permettono di leggere una figura di santa con il velo sul capo e il nimbo o aureola. A destra pare ci sia un’altra figura. La raffigurazione è delimitata in alto da tre cornici a fasce monocrome (rosso, bianco e ocra). Lo sfondo parrebbe avere campiture di colore grigio e rosso. L’aureola ha una doppia incisione per il disegno preparatorio, così come il capo della santa ha una leggera traccia di disegno inciso.

Il dipinto sarebbe stato realizzato nella fase di ampliamento della chiesa, avvenuta, secondo le fonti, nel 1450, quando furono realizzati i dipinti sulle vele di fondo dell’abside. Affreschi, questi ultimi, che mostrano un intervento di ridipintura successivo, purtroppo artigianale e forse non corrispondente alle originali pitture.

Questi affreschi che sono stati scoperti all’esterno per ora sono stati solo consolidati. Gli altri interventi necessari, che includono la sistemazione dell’impianto elettrico, i serramenti e le pitture interne, richiedono un ulteriore impegno economico che si spera possa fare luce anche sulle immagini, per ora misteriose, che sono affiorate sui muri esterni. 

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