Campana replica a Baritussio: le colpe sono sue

L’assessore di Tarvisio interviene sul “caso” del poliambulatorio e attacca il candidato di FdI
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«Sono alla fine dei miei tre mandati, non intendo ricandidarmi e, quindi, non ho velleità politiche».

L’assessore alla sanità, Nadia Campana, non condivide le giustificazioni del candidato dei Fratelli d’Italia, Franco Baritussio, al riguardo del mancato ampliamento del poliambulatorio. «È vero che i fondi finalizzati alla progettazione fatta dal Comune e concordata con i referenti dell’Aas 3, in particolare con gli operatori del Csm, avrebbero dovuto essere regionali. Ma l’Azienda sanitaria aveva dato la disponibilità per l’ampliamento del poliambulatorio in comodato gratuito. E appunto, in occasione della presentazione del progetto all’Area Welfare di Comunità di Palmanova, era stata prospettata la possibilità di un finanziamento con fondi regionali: e non mi riferisco ai fondi dell’Abitare Possibile. Il passo successivo sarebbe stato quello di inserire l’intervento in Finanziaria regionale, passaggio che impose di fare riferimento a chi aveva le competenze per farlo, che era l’allora consigliere regionale Baritussio. E da lì si sono perse le tracce del progetto. Questi sono i fatti».

Il progetto «riportava puntualmente», aggiunge l’assessore, «l’organizzazione dei servizi e degli spazi previsti, ovvero 5 mini appartamenti di 25 metri quadrati, per persone senza una rete familiare o con particolari problemi di salute, un centro diurno e uno spazio dedicato al Csm con 2 posti letto che rispettavano le normative previste. Il progetto era accompagnato da un piano economico. Il contenuto degli spazi era stato frutto di una ricerca fatta presso le varie strutture del Friuli Venezia Giulia con sopralluoghi effettuati con l’allora coordinatore dell’Aas 3. Sono d’accordo sul fatto che non sia inopportuno parlare di un centro diurno per autosufficienti anche se dal punto di vista economico non sarebbe sostenibile. Per la realizzazione dei centri diurni, quando esisteva ancora l’assemblea dei sindaci, si applicava il principio di solidarietà per sostenere gli interventi nei vari centri diurni compresi nel proprio ambito, principio non più fattibile in quanto ora dovrebbe essere l’amministrazione comunale a sostenere interamente le spese sia di realizzazione sia di mantenimento della struttura: cifra che risulterebbe insostenibile». (gi.mar.)

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