Camorra, tentacoli allungati sulla città

I tentacoli della camorra si allungano sulle province di Pordenone, Udine e Treviso? E’ quanto sospettano i carabinieri della Compagnia di Pordenone, al comando del capitano Nicola Di Ciano, che hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare a Casal di Principe (Caserta) per associazione a delinquere, ricettazione di assegni, riciclaggio, falsificazione e utilizzo di documenti d’identità. I militari dell’Arma hanno sgominato una banda dedita al riciclaggio, in Friuli e Veneto, di assegni rubati. In carcere sono finiti Eugenio Buompane, 30 anni, imprenditore edile ritenuto il capo della banda, Michele Caterino, 26 anni, muratore, e il cugino Francesco Caterino, 27 anni, parrucchiere, tutti di Casal di Principe. Sequestrati assegni per 1,5 milioni di euro, in parte già convertiti in contante e 5 carte di identità false. I carabinieri della stazione di Pordenone stanno ora cercando di individuare basisti e complici: non escludono, infatti, che a monte vi fosse il benestare dei clan camorristici casertani.
L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Pier Umberto Vallerin ed era cominciata l’11 maggio quando, per la prima volta, uno dei tre complici si era presentato in una banca di Pordenone per eseguire un prelievo di 6 mila euro in contanti dal conto corrente che aveva aperto qualche giorno prima – depositando 50 euro e fornendo una falsa identità – e sul quale aveva già versato tre assegni a lui intestati per un valore di 8 mila euro. I carabinieri avevano cominciato appostamenti e controlli incrociati identificando due complici, che avevano già negoziato titoli per 50 mila euro.
Come avveniva il riciclaggio? I tre riuscivano (e i carabinieri stanno per questo indagando su possibili complici) a intercettare gli assegni che Inps, Inail e istituti di credito e assicurativi inviavano via posta a domicilio per rimborsi e pensioni: l’importo variava dai 3 agli 8 mila euro, privi di tracciatura. Li “sbiancavano” con una stampante a rullo caldo reimprimendo il numero di serie e l’importo corretto, apponendovi però la loro (falsa) identità, anziché quella del destinatario del titolo. Aprivano un conto corrente, depositando dai 50 ai 100 euro, nelle banche friulane e venete e si facevano consegnare il bancomat. Dalla Campania un complice controllava che i conti non fossero stati bloccati (e quindi ne fosse stata scoperta la falsità) e dava il via libera ai tre che entravano in banca, cambiavano gli assegni e solo in parte incassavano liquidi per non destare sospetto, tornando poi in Meridione con un furgone cassonato per non essere controllati lungo il tragitto.
Una volta scoperto il meccanismo, i carabinieri hanno allertato tutte le banche, fornendo anche i nomi falsi utilizzati dai tre e indicando il modus operandi, uguale dappertutto. Il 12 giugno scorso era stato acceso un nuovo conto alla FriulAdria di San Vito da parte di Michele Caterino: nel contempo era stato individuato l’ennesimo movimento dal Sud del furgone. Pochi minuti dopo l’Antonveneta di Codroipo aveva segnalato la presenza di Francesco Caterino, subito arrestato. I due complici erano stati intercettati in A4 a Trieste Lisert: il loro fermo, però, non era stato convalidato.
Le indagini non erano finite. Accertati nuovi casi, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone Roberta Bolzoni ha firmato le tre ordinanze di custodia cautelare eseguite cinque minuti prima che scadesse la detenzione domiciliare a carico di uno dei tre (gli altri due risultano incensurati). Eugenio Buompane era stato arrestato ad agosto per fatti analoghi a Genova.
I carabinieri erano partiti da Pordenone martedì pomeriggio; a mezzanotte erano a Caserta dove, con l’aiuto dei colleghi del posto, hanno notificato i provvedimenti. I tre sono stati trasferiti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Tra Friuli Venezia Giulia e Veneto sono 72 le filiali di banche raggirate, per un valore di 1 milione 432 mila euro di assegni in due mesi, dal 18 aprile al 18 giugno. Su 500 mila euro negoziati in Friuli Venezia Giulia (in banche di Pordenone, Azzano Decimo, Sacile, San Vito al Tagliamento, Codroipo, Latisana e Cervignano) si sono perse le tracce di 18 mila euro; in Veneto, sono andati persi 200 mila euro su un milione.
EnriLisetto
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