Cambiano gli orari di lavoro e scatta il primo referendum

Il nuovo contratto è stato siglato e per la prima volta tra i circa 650 dipendenti di Autovie Venete ci sarà una consultazione in proposito

UDINE. Il nuovo contratto è stato siglato e per la prima volta tra i circa 650 dipendenti di Autovie Venete scatterà un referendum. A conferma che il passaggio non è stato banale.

La firma al documento tra i vertici della società, sindacati e Rsu – rappresentanze sindacali unitarie – è arrivata venerdì.

Il nuovo contratto resterà in vigore fino al 2017 e si tratta di una contrattazione di secondo livello, perché Autovie, come tutte le concessionarie autostradali, ha adottato un contratto nazionale di lavoro che riguarda concessionarie, autostrade e trafori e che detta le norme per i dipendenti.

A ogni singola realtà è dato poi facoltà di dare attuazione a una propria contrattazione aziendale, chiamata appunto di secondo livello. Autovie, avendone potestà, ha scelto quella strada rispetto al “patto” nazionale.

Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono quindi arrivati a un’intesa con i vertici della concessionaria, ma se dal punto di vista economico o dei buoni pasto le variazioni sono minime, molto cambierà sotto il profilo degli orari, il nodo più discusso e che sarà poi l’oggetto del referendum.

In Autovie i circa 650 dipendenti sono organizzati tra impiegati che lavorano 40 ore settimanali, mentre circa un terzo del personale è impegnato a turni dovendo garantire una presenza 24 ore su 24. Si tratta in particolare degli esattori – cioè i casellanti –, degli operai della manutenzione d’urgenza, dei tecnici dedicati all’assistenza degli impianti e del personale impegnato al Centro radio informativo.

I cambiamenti entreranno in vigore il 1º aprile e riguardano il personale che svolge il lavoro distribuito sulle 40 ore settimanali. A loro è stato proposto di modificare l’orario d’entrata che resta flessibile, ma se oggi va dalle 7.45 alle 8.45 tra un mese e mezzo sarà allungato alle 9.

Oggi i dipendenti lavorano otto ore al giorno – straordinari esclusi –, ma da aprile potranno arrivare a otto ore e mezza al giorno. Dal lunedì al giovedì, quindi, i dipendenti potranno accumulare complessivamente due ore in più che potranno essere “scalate” il venerdì, terminando quindi il lavoro alle 14.15 piuttosto che, come oggi, alle 16.15.

Una rimodulazione dell’orario che, soprattutto per gli straordinari in meno, ha scatenato qualche mal di pancia. Ecco perché il debutto in via sperimentale è fissato il 1º aprile e poi tra ottobre e novembre il nuovo orario sarà sottoposto a referendum.(a.bu.)

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