«Calendari? Sexy, ma innocenti»

Grizzo: nessuna istigazione contro le donne, svestiamo pure i maschi
FOTO MISSINATO - CALENDARIO DELLE PORDENONESI
FOTO MISSINATO - CALENDARIO DELLE PORDENONESI

Un semplice e “innocente” calendario che non favorisce certo i soprusi nei confronti delle donne. In questo modo Piergiorgio Grizzo, presidente dell’associazione Lucescrittura, editore del calendario delle pordenonesi, replica a Luciana Fabbro, segretaria Ust-Cisl, la quale, proprio in occasione della giornata internazionale contro la violenza nei confronti delle donne, aveva censurato calendari e body sushi come stimoli, a fronte dell’attuale cultura di scarso rispetto nei confronti dell’altra metà del cielo, a realizzare soprusi.

«Concordo solo in parte - replica Grizzo - con la segretaria del sindacato Ust–Cisl. Siamo in pieno allarme sociale; la violenza, sulle donne e non solo è drammaticamente in aumento. Siamo davvero convinti che l’istigazione alla violenza e ai soprusi provenga dal body sushi o da un calendario di ritratti femminili, pubblicato in edizione limitata da un associazione di fotografi amatoriali?».

Grizzo ricorda che Lucescrittura realizza «anche un calendario gemello di ritratti maschili, che non suscita gli stessi clamori. Non ci consideriamo artisti, ma le nostre foto non sono lascive né provocatorie. Non promettiamo carriere e guadagni; le modelle e i modelli, tutti dilettanti come i fotografi, ricevono in omaggio solo un book di foto; non accettiamo minorenni, neppure se accompagnate dai genitori, per una precisa scelta etica; con i proventi delle sponsorizzazioni paghiamo le attività della nostra associazione che organizza anche mostre, work shop di fotografia e pubblicazioni». Il presidente del sodalizio afferma di non meritarsi «di finire sulla graticola. Non credo che il corpo umano nudo, presente nell’arte fin dagli albori, penalizzi la cultura del rispetto. Credo invece che stiamo davvero smarrendo la bussola e perdendo di vista i veri problemi, le cause e, di conseguenza, le possibili soluzioni».

La Fabbro aveva scritto che «se una donna adulta decide di posare nuda per un calendario, e lo fa come scelta consapevole, e riceve un compenso regolare e dignitoso non c’è nulla di cui indignarsi. Peccato che viviamo in un Paese dove ogni cosa che riguarda il corpo delle donne, dal posare nude all’indossare abiti scollati, al camminare da sole per strada, viene ancora interpretato come una provocazione, un invito all’uso e all’abuso. Peccato che questo “pensiero malsano” di cui è permeato il nostro tessuto sociale abbia intaccato nel tempo i pensieri di giovani ragazze e ragazzi inducendo molti di loro ad avere scarso rispetto di sé stessi e degli altri». L’esponente del sindacato aveva dichiarato di non riuscire a essere indifferente rispetto «ai calendari, al body sushi e alle modelle viventi. Non abbiamo sviluppato sufficiente cultura del rispetto per impedire disparità e soprusi. Infatti siamo al 71° posto nella classifica mondiale delle disuguaglianze di genere».

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