Calcio, partita “silenziata”: cosi il rispetto passa per il tifo

Silenzio, si gioca. Non un silenzio totale, bensì un’astensione collettiva da parte degli spettatori da consigli tecnico-tattici e, soprattutto, insulti verso giocatori, allenatori e arbitro. È il “Silent match”, iniziativa organizzata per la prima volta in Friuli Venezia Giulia dal Calcio Zoppola, che lancerà la sperimentazione nella partita casalinga in programma sabato, calcio d’inizio alle 16.45, tra la propria squadra di esordienti a nove e il Pordenone.
La società presieduta da Federico Vignoni ha mutuato un’idea nata in Inghilterra, dove la federazione ha avviato il “Silent weekend”: i riscontri sono stati positivi, tanto che molti tra i principali club d’Oltremanica hanno fatto proprio il progetto proponendolo in forma stabile. Il Calcio Zoppola ha predisposto duecento volantini, che saranno distribuiti in tribuna prima del calcio d’inizio.
«In questa partita, dal fischio d’inizio al fischio finale, sono consentiti solo gli applausi e le espressioni collettive di incoraggiamento verso i ragazzi – recita il testo –. Nessun commento dovrà giungere dagli spalti verso i giocatori o nei confronti del dirigente arbitro.
La “regola del silenzio” viene sperimentata per permettere ai ragazzi di vivere con maggiore serenità uno sport che, a questa età, è prima di tutto un gioco». Già, un gioco, ovvero il calcio, in particolare quello giovanile. Un concetto che molti genitori – ma non soltanto – scordano quando in campo scendono i loro figli, così spesso si assiste a scene che nulla hanno a che vedere con lo sport, situazioni che lasciano interdetti. Senza contare, poi, quando dalle parole si passa ai fatti, e si verificano aggressioni gravi, al di là delle conseguenze, soltanto per il fatto di essere state messe in atto.
Il “Silent match” del Calcio Zoppola ha avuto il benestare del settore giovanile e scolastico della Figc provinciale e della federazione regionale: Vignoni spiega da dove nasce l’iniziativa.
«La mamma di un nostro giovane tesserato, Stefania – dice il presidente –, ci ha portato a conoscenza del progetto avviato in Inghilterra e ci siamo detti: perché non proviamo a realizzarlo anche noi? Guido il Calcio Zoppola dallo scorso agosto, spesso durante le partite delle giovanili sono costretto a vedere scene alle quali non vorrei mai assistere: attraverso il “Silent match” intendiamo veicolare un messaggio, che fonda le sue radici sul rispetto. Rispetto dei ragazzi, prima che dei calciatori, nonché di allenatori, dirigenti e arbitri. Vedremo come andranno le cose sabato».
Il vicesindaco di Zoppola Paolo Pighin, che guida l’assessorato allo sport, plaude all’iniziativa. «Condividiamo appieno il progetto e, se possibile, faremo in modo di sostenerlo – afferma –. L’incoraggiamento non deve mancare, in un campo da calcio, quello che mi auguro sparisca sono offese e parole d’odio, in particolare quando giocano dei ragazzi». Giovani che, come tali, quando sono in campo vorrebbero venir incoraggiati, non insultati.
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