Calcaterra l'immortale

di Gian Paolo Polesini
Poteva (doveva) morire tre volte, il vicequestore Calcaterra. Manco si è ferito. Andateci piano con i supereroi, ehilà, lasciamoli alla Marvel. Comprendiamo la necessità, peraltro legale, di evitare l'eutanasia alle fiction di un certo pregio, soprattutto se la signora Maria dimostra di essere più fedele a "Squadra antimafia" che al prete del quartiere.
E lei è una donna pia, pensate un po' quanta furbizia televisiva tiene il team di Marco Bocci, che si è portato dietro pure la moglie nello spot dell'acqua plin plin. Arrivare al sei significa cinque serie da circa dodici puntate l'una. Una sessantina di episodi.
Cataste di storie, sin troppe, forse, per mantenere energico e vitale un garbuglio complesso di malavita che palleggia spavalda fra il telegiornale e la prima serata. Capisci qual è quella vera soltanto dagli orari. Rosy Abate sta evaporando, sapevatelo.
È giunta l'ora del distacco. Tanto, per una mafiosa che si commiata, altri ne arriveranno. E alcuni torneranno, anche. Tipo De Silva, il bastardo ex Servizi Segreti; si riaffaccia su Catania ancor più figlio di mamma passeggiatrice di quello che realmente è.
L'insistenza tematica scolora la passione. Dategli una degna sepoltura all'Antimafia invece di sprecare bombole di ossigeno. Trovate in noi comunque dei fan integerrimi, mai dimenticato un fotogramma.
Anni e anni di amorevole e contrito ardore. Certo, volendo arrivi comodamente a "Squadra 125", basta affacciarsi da una finestra qualunque di Palermo e prendere appunti, però lo stesso senti il bisogno di una fine vera.
È nella natura nostra non concludere mai, giusto ancora qualche metro, dai. Il finalone de "La Piovra" con il Cattani bucato come un Emmenthal, caspita, è un'immaginetta che ti resta nei secoli.
No, adesso tocca far denaro e quando s'intravede uno sportello generoso, alè, prelievi continui. Un nuovo clan spunta nel sei. Ogni lunedì su Canale 5, stessa spiaggia stesso mare. Avanti. Sandro s'infiltra in carcere, mentre escono la sindachessa collusa con la mafia e il piccolo boss cresce. Un fantastico via vai, usando Pieraccioni.
Ecco, abbiamo rilevato da devoti praticanti una stanchezza persistente, dialoghi scalbi e buttati via ("Io il cadavere di De Silva non l'ho visto, d'altronde nemmeno quello dell'imperatore Cesare, se è per questo") e meno naturalezza del solito, tutto spinto, come dire.
Poi chissà dove ci porterà la calibro 38, è prodotto che sa piacevolmente infinocchiarti.
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