Caduti asburgici, il monumento c’è già

L’idea della Croce Nera: recuperare la statua del soldato della Territoriale, “nascosta” a palazzo Attems
Di Christian Seu

Il monumento per ricordare i soldati goriziani caduti con addosso la divisa dell’Esercito austroungarico? C’è già, basta trovargli una posizione consona in città. La provocazione è dell’associazione Amici della Croce nera austriaca, che indica una possibile soluzione al dibattito sulla commemorazione dei militari asburgici, sulla quale Gorizia è evidentemente in ritardo rispetto ad altre località della provincia.

«Agli amministratori comunali di Gorizia si consiglia una visita a palazzo Attems ed al suo cortile - scrivono i referenti dell’associazione sulla propria pagina Facebook -. Il monumento è già pronto e da più di cent’anni attende un posizionamento dignitoso a ricordo dei concittadini goriziani». E a corredo, una foto del monumento al soldato della divisione Territoriale, “parcheggiato” da oltre un secolo nel cortile interno di palazzo Attems, sede oggi dei Musei provinciali. La statua, che necessiterebbe di un’ampia opera di restauro, fu tolta da un paesino delle valli dell’Isonzo nel Ventennio, quando il fascismo rimosse ogni possibile riferimento al passato asburgico delle nostre terre. «Quella del monumento da ripristinare è una provocazione, ma chiaramente vogliamo lanciare un segnale - spiega il presidente degli Amici della Croce nera, Franco Stacul -. Dobbiamo compiere un passo alla volta nella ricostruzione di una memori a condivisa dei soldati goriziani dell’esercito austroungarico. Certo è che colpisce apprendere come secondo il Comune dovrebbero essere i privati a farsi promotori dell’iniziativa. Che invece, se lanciata da un’istituzione, potrebbe avere molta più presa», conclude Stacul.

Chiaro il riferimento alle parole dell’assessore comunale Guido Pettarin, secondo cui, «la proposta deve essere portata avanti da privati, senza contributi pubblici e anzi, coinvolgendo il Comune magari solo in un secondo momento, giusto per individuare un luogo adatto e i criteri storici e artistici per realizzare un ipotetico monumento. Sarebbe un segno serio, tangibile e giusto per una memoria condivisa» ha aggiunto l’assessore. «A distanza di cento anni di tempo è ora di finirla con la bugie» e quindi non ci sarebbero nemmeno più i motivi per incappare in problematiche ideologiche o politiche, l’auspicio di Pettarin.

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