Cadono le accuse su Joe Bastianich e l’Orsone

La star di Masterchef era finita nei guai per il ristorante di Cividale. Avviato come agriturismo, ottenne vantaggi fiscali

UDINE. Nessun falso ideologico in atto pubblico per Joe Bastianich e per gli amministratori della sua società che gestiva l’Orsone a Cividale; men che meno condotte destinate all’evasione fiscale.

È stata presentata richiesta di archiviazione per l’inchiesta avviata dalla procura di Udine sul suo ristorante, “spacciato” per agriturismo con l’obiettivo di intascare vantaggi fiscali – era questa l’ipotesi accusatoria che ha portato all’iscrizione di quattro persone nel registro degli indagati.

Cadono, dunque, le accuse nei confronti di Joseph Bastianich, 48 anni, di Greenwich nel Connecticut, proprietario del locale e firmatario della dichiarazione sostitutiva presentata nel marzo 2013 alla Camera di Commercio con la domanda di iscrizione; di Maurizio Paiola 75 anni di Pozzuolo, procuratore della Bastianich Srl; di Valter Scarbolo 57 anni di Pavia di Udine e di Claudio Rizzi, 47 anni udinese, legali rappresentanti dalla società. Nei confronti di tutti gli indagati, rappresentati dall’avvocato Maurizio Miculan, era stato ipotizzato il reato di falsità ideologica in concorso.

Una creatura dalla doppia anima l’Orsone: una sezione per la clientela selezionata con tanto di “dress code” e un listino prezzi impegnativo; l’altra più easy e accessibile. Il locale aperto nel 2013 dal rampante tycoon della ristorazione Bastianich – volto televisivo che si è imposto a colpi di “vuoi che muoro?” nei panni di giudice a Masterchef – per mesi è stato nel mirino dei militari della Guardia di finanza, braccio operativo cui la procura aveva delegato le indagini.

Stavolta, però, il re del food di qualità non è rimasto “diluso” dalla Giustizia e, a quasi un anno dall’iscrizione nel registro degli indagati, il pm Claudia Danelon ha presentato istanza di archiviazione del procedimento.

Per il Fisco l’Orsone era un modesto agriturismo, con tutte le agevolazioni che ciò comporta. Fino al primo aprile del 2015, quando le Fiamme Gialle di Udine, in seguito alle perquisizioni eseguite nelle sedi legali della società proprietaria, hanno eccepito che l’attività della Bastianich srl si discostava da quanto previsto dalla legge quadro nazionale sull’attività agrituristica. Una normativa stringente secondo la quale la maggior parte dei prodotti somministrati deve provenire dall’azienda.

Ma secondo la ricostruzione degli inquirenti, il ristorante aveva operato sin dall’inaugurazione come attività di ristorazione di tipo commerciale, celandosi al Fisco dietro al locale di ristoro agrituristico all’insegna Orsone per beneficiare dei vantaggi fiscali; alla stessa azienda veniva pertanto contestata l’infedeltà della dichiarazione Irap della società agricola Bastianich Srl per le annualità 2013, 2014 e 2015.

È toccato al legale Maurizio Miculan con una corposa memoria difensiva, smontare le tesi dell’accusa. «Gli esiti dell’approfondita indagine fiscale condotta dalla Finanza, hanno consentito di escludere la sussistenza di condotte suscettibili di rilevanza penale, quantomeno sotto il profilo strettamente tributario, essendo gli importi contestati in ogni caso sotto la soglia minima» è stata la prima considerazione avanzata da Miculan.

Quanto all’accusa di falso, per il legale «nulla di penalmente rilevante può essere contestato quanto all’oggettività di delitto di falso, mancandone i presupporti di fatto e di diritto; difetta in ogni caso l’elemento soggettivo richiesto dalla norma per poter validamente muovere un rimprovero di penale responsabilità nei confronti degli indagati»

Cinque mesi prima dell’avvio dell’attività, Scarbolo presentò l’istanza di iscrizione all’elenco degli operatori agrituristici della provincia di Udine per l’esercizio dell’attività agrituristica. Ma non vi era alcuna «dolosa preordinazione – ha sostenuto Miculan – della richiesta di apertura di un’attività con carattere di agriturismo che poi, nella sostanza, si è rivelata più confacente al modello commerciale, nell’asserito fine di beneficiare dei vantaggi fiscali relativi».

Elementi ripresi nell’istanza di archiviazione, dove si ribadisce che «la notizia di reato è infondata in quanto non si ritiene sussistente nè l’elemento oggettivo nè quello soggettivo».

Le dichiarazioni autocertificative, si conclude «hanno per oggetto un unico fatto difforme al vero: la descrizione dell’attività che si intende svolgere: attività agrituristica; un tanto rientra nell’ambito della dichiarazione di volontà, comportando conseguentemente, l’assenza di rilievo penale».

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