Cade nel Meschio e annega a 24 anni
Natascia Piccoli, operaia di Codognè in ferie, si era recata in riva al fiume assieme a due amici per prendere il sole |
I piedi immersi nell’acqua, stava scherzando con la coppia di amici rimasta a riva. Ha fatto quindi un passo indietro, ed è stata la fine. La tragica, assurda fine di Natascia Piccoli, 24 anni, di Codogné (Treviso), che, nel pomeriggio di ieri a Topaligo di Sacile, è stata inghiottita dal Meschio e trascinata dalla corrente senza che nessuno abbia avuto tempo e modo di fare alcunché per salvarla. La disgrazia è successa poco prima delle 16 di ieri alla confluenza tra i fiumi Meschio e Livenza, a ridosso della frazione di Topaligo. Costeggiati da campi e macchie alberate, in quella zona i corsi d’acqua sono méta abituale di pescatori e residenti in cerca di un posto quieto dove prendere il sole e immergere i piedi nelle fredde acque. I bagni, quelli no: l’argine è piuttosto accidentato e la corrente troppo forte. L’unico refrigerio, trovare una delle scarse mezzelune di sassi e azzardare qualche passo nell’acqua. Quello che, nel pomeriggio di ieri, stava facendo Natascia Piccoli. Inforcata la bicicletta, nella tarda mattinata la giovane donna era partita da Roverbasso di Codogné, dove viveva con la sua famiglia e faceva l’operaia, e aveva raggiunto Topaligo, frazione sacilese dove abita una sua cara amica. In ferie tutte e due, dopo aver pranzato assieme nell’abitazione di quest’ultima, attorno alle 15 avevano preso asciugamani e ciabattine e, sempre in bicicletta, avevano pedalato sino all’argine alla confluenza tra Meschio e Livenza. A loro, nel frattempo, si era aggiunto un amico. I tre ragazzi si trovavano sulla riva del Meschio da neanche un’ora, quando Natascia si è allontanata di quel poco sufficiente a mettere i piedi in acqua. Mancavano pochi minuti alle 16. I tre amici erano a portata sia di sguardi sia d’orecchi, tant’è che i ricordi della giovane coppia sono nitidi e strazianti. Natascia era in piedi, rivolta verso di loro. Aveva lasciato le ciabattine sulla mezzaluna di sassi e si era avventurata nell’acqua quel tanto da ritrovarsi immersa solo fino alle caviglie. Si stavano scambiando battute l’una con gli altri. Sorrideva ancora, quando i due amici l’hanno vista fare un passo indietro. Presumibilmente, un riflesso condizionato per ritrovare quell’equilibrio che il fondo sassoso porta via in un secondo. Un passo che le è costato la vita. Il fondo instabile ha ceduto, spingendola suo malgrado nell’acqua profonda. Natascia non sapeva nuotare, e come lei i suoi due amici, terrorizzati da quanto stava accadendo e dalla loro stessa impotenza. La disgrazia si è consumata in un attimo. Nonostante l’immediata richiesta di soccorso, una manciata di minuti dopo alcuni pescatori ne avevano già avvistato il corpo nel Livenza, a oltre 400 metri dal luogo della tragica caduta. Il resto è penosa cronaca. L’intervento di una squadra speciale Saf dei vigili del fuoco di Pordenone, l’arrivo da Sacile dei carabinieri e dei sanitari del 118, la straziante consapevolezza che quell’ambulanza sarebbe tornata indietro vuota.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
Leggi anche
Video