Cade dal sentiero mentre s’allena e muore

Si stava preparando per una gara in montagna quando è scivolato percorrendo un sentiero bagnato, in Val Vajont: così è morto sul colpo Andrea Condotta, 36 anni compiuti il 10 agosto, residente in provincia di Padova. L’incidente è accaduto l’altra sera e il cadavere è stato rinvenuto sul greto del torrente ieri mattina dai volontari del Soccorso alpino della Valcellina. Andrea Condotta da un paio di giorni, in solitaria e munito dell’equipaggiamento necessario, si stava allenando per la “Gran fondo del Monte Bianco”, una gara di corsa in montagna che avrebbe dovuto correre a fine mese in Valle d’Aosta. Alle 6 di giovedì, secondo quanto accertato dai carabinieri di Cimolais, aveva lasciato l’auto, una Opel station wagon, a Cellino di Claut, da dove aveva imboccato – come tante altre volte – il sentiero di Casera Seron, in Valcellina, prima tappa di un percorso di circa 70 chilometri. L’altra sera, verso le 18, da Casera Ditta, in Val Mesazzo di Erto e Casso, aveva cominciato la traversata per Casera Feron (di corsa ci vogliono un paio d’ore), dove però non è mai arrivato. A metà sentiero un bivio: un percorso porta a Casera Feron, un altro in Val Vajont, verso la statale per Longarone. Andrea Condotta proprio in quel bivio avrebbe sbagliato direzione, complice forse il maltempo che imperversava sulla zona, imboccando il sentiero per la statale che, a detta degli esperti, presenta, diversamente dall’altro, notevoli difficoltà in alcuni tratti. L’uomo potrebbe quindi essere scivolato, precipitando per un centinaio di metri nella forra del torrente Vajont (in comune di Cimolais), il corso d’acqua che va a formare il lago omonimo e – dopo il disastro del 9 ottobre 1963 - attraverso una condotta scarica sul Piave. Il corpo privo di vita, a causa dei politraumi subiti dalla caduta, è stato avvistato verso le 11 di ieri sul greto del torrente dall’elicottero della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia con a bordo gli uomini del Soccorso alpino della Valcellina. Dopo un recupero non privo di difficoltà, la salma è stata portata al cimitero di Cimolais, da dove, accompagnata dai fratelli e dalla fidanzata, nel tardo pomeriggio è stata trasferita a Piombino Dese, in provincia di Padova. L’allarme era stato lanciato dai familiari dell’uomo, preoccupati per il suo mancato rientro. La sera precedente, infatti, verso le 18 aveva inviato un sms alla fidanzata, Chiara M., 34 anni, comunicandole che stava per lasciare Casera Ditta per raggiungere Casera Feron e, dopo, l’auto; la stessa cosa aveva detto anche al gestore della casera Ditta prima di lasciarla. Con una telefonata ai familiari, inoltre, aveva spiegato che avrebbe tardato il rientro: non vedendolo arrivare, i familiari in un primo tempo avevano anche pensato si fosse fermato a dormire fuori. I soccorsi si sono mobilitati ieri alle 8: una decina di volontari hanno sorvolato e battuto tutti i sentieri della Val Vajont, per ultimo quello dove è stato trovato l’atleta, proprio perché lui stesso aveva detto che avrebbe intrapreso, al bivio, l’altro. Invece l’errore fatale: «Sebbene tutti i percorsi siano ben segnalati – hanno spiegato dal Soccorso alpino, quando si scivola è impossibile arrestare la caduta poiché la montagna in quel tratto è ripida, rocciosa e impervia».

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