Cade col parapendio a motore e muore

OSOPPO. Un decollo sfortunato concluso con un tragico schianto contro il muro dello stabilimento De Simon sulla statale 463, nella zona industriale di Rivoli, ha scosso l’inizio di una mattinata di settembre che sembrava perfetta per chi, a qualsiasi livello, coltiva la passione del volo. Ieri per Tommaso Zuzzi, 30 anni, di Maiano, quella passione ha riservato un tragico epilogo. Tutto è accaduto dieci minuti prima delle 8, quando il paramotore, partito dal vicino campo volo dell’Associazione volovelistica di Rivoli, non ha fatto in tempo ad alzarsi nel cielo ed è andato a schiantarsi sul muro posteriore, che dà sui binari della ferrovia, del grande stabilimento di rivendita mobili De Simon cucine venete, lungo la 463 del Tagliamento: un impatto molto forte, che non ha dato alcuna chance di salvezza al pilota, deceduto sul colpo.
Al momento in cui è avvenuto il tragico incidente, soltanto un dipendente della vicina Asteq era presente nei parcheggi e ha potuto seguire quanto stava succedendo, mentre gli stessi impiegati della De Simon erano appena arrivati e si stavano accingendo, come ogni mattina, ad aprire per le 8 le porte dello stabilimento. Secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, Tommaso Zuzzi era decollato da pochi minuti, ma da subito quel volo è parso incerto: il suo paramotore – secondo le prime testimonianze – si era alzato a una quindicina di metri dal suolo, ma non è riuscito a librarsi più in alto nel cielo. Il pilota sembra abbia cercato di guidarlo mentre la sua vela ondeggiava confusa nell’aria, poi improvvisamente ha virato a destra ed è finito contro il muro posteriore della De Simon. Sarebbero forse bastati due metri o poco meno e il paramotore di Zuzzi sarebbe potuto atterrare sul tetto dello stabilimento, magari con cause meno tragiche, ma il destino non è stato clemente: il pilota ha sbattuto contro il muro ed è caduto da quell’altezza di qualche metro, finendo sul terreno sottostante privo di vita, di fronte ai soccorsi più immediati effettuati dall’unico testimone presente in quel momento, che già a sentire il fragore dello scontro si era preoccupato di far partire l’allarme.
Nel giro di poco tempo sul posto è giunta l’ambulanza dell’ospedale di Gemona, ma anche i sanitari non hanno potuto fare niente: sul retro della De Simon, il paramotore era già a terra dopo l’impatto sul muro, la vela rimasta appesa alla grondaia dell’edificio, e il corpo del giovane riverso a terra. L’impatto, pur nella sua tragicità, non ha causato particolari danni alla De Simon, ma il rumore ha attirato subito l’attenzione nella zona industriale, a quell’ora già ben attiva con la produzione: oltre al personale sanitario, sul luogo dell’incidente sono giunti subito anche i carabinieri dell’unità radiomobile di Tolmezzo e della stazione di Osoppo, che hanno seguito sino a tarda mattinata i rilievi del caso. Ci vorrà ancora tempo per capire le vere cause dell’incidente che ha coinvolto un pilota come Tommaso Zuzzi, a detta dei suoi conoscenti molto esperto: da tanti anni era appassionato di volo libero e in quanto tale era anche iscritto al Centro friulano parapendio di Udine, ma da circa un anno a questa parte si era iscritto all’Avro di Rivoli, sperimentando il parapendio a motore con decollo dalla pista di volo osoppana. Una scelta, pare, fatta da Zuzzi, che nella vita faceva l’infermiere, per ridurre i tempi in cui esercitava la sua grande passione per il volo e riservarne di più alla famiglia: Tommaso Zuzzi, infatti, lascia la moglie e due figli piccoli, uno dei quali battezzato poche settimane fa. La notizia si è sparsa nell’arco della giornata di ieri ed ha subito colpito i tanti praticanti il volo nella zona del Gemonese, che da subito hanno trascritto il loro saluto al collega pilota direttamente sulla sua pagina Facebook, sopra le ultime foto scattate da Tommaso in uno dei suoi voli sopra la Pedemontana.
Piero Cargnelutti
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