Cadavere lungo i binari: era lì da un paio di mesi

PASIAN DI PRATO. Lo hanno trovato sul fondo del canale di raccolta delle acque, che corre lungo i binari della linea ferroviaria Udine-Venezia, in Comune di Pasian di Prato, all’altezza del passaggio a livello di Santa Caterina. Era supino, con la sola maglietta ancora indosso, ma in avanzato stato di decomposizione: un cadavere saponificato, come si dice in gergo, cioè nella fase del processo trasformativo che si verifica quando il corpo, ormai senza vita, resta immerso in acqua o in un terreno molto umido. E che precede il passaggio alla mummificazione.
Un paio di mesi, o forse qualcosa di meno, il periodo trascorso dal momento del decesso. Due elementi - ambiente e tempo - compatibili con le condizioni nelle quali la salma, di colore bianco-grigiastro, è stata rinvenuta. E che avvalorerebbero la tesi che avrebbe già portato gli inquirenti a identificare in quel cadavere il corpo di Giancarlo Tosolini, il 54enne di Udine, scomparso da casa dallo scorso 7 settembre.
A notarlo, ieri, a metà mattinata, è stato uno dei tre operai della ditta, che ha appaltato i lavori di sfalcio e pulizia della vegetazione, lungo il tratto ferroviario che attraversa Pasian di Prato. La salma si trovava a circa 300 metri dal passaggio a livello, in direzione di Basiliano, nel fossato posto tra la massicciata ferroviaria e la rete della vicina zona militare, nascosto dall’erba ancora alta.
I primi ad arrivare sul posto sono stati gli agenti della Polfer, seguiti dai colleghi della Squadra volante, della Mobile e della Scientifica della Questura. Accanto all’uomo, sono stati trovati gli slip, i pantaloni corti mimetici e, in mezzo alle gambe, le scarpe da ginnastica, che, con ogni probabilità, indossava prima di morire e uguali a quelli con i quali Tosolini era stato visto dalla madre uscire di casa, un’abitazione in via Marghera, per l’ultima volta. Ma a facilitare il riconoscimento sarebbero stati soprattutto i due tribali tatuati sulle braccia e una catenina senza ciondolo legata attorno al collo. Nient’altro, a parte un mazzo di chiavi trovato vicino al cadavere e che gli inquirenti cercheranno ora di capire cosa aprano.
Informato del ritrovamento del cadavere, il sostituto procuratore di turno, Andrea Gondolo - che è anche titolare del fascicolo aperto in Procura, dopo la denuncia di scomparsa di Tosolini -, si è a sua volta recato sul posto, dove nel frattempo è arrivato anche il medico legale Cristina Furioso. Da una prima ricognizione, non è emerso alcun segno evidente che possa fare pensare a una morte violenta. La prima ipotesi, dunque, è che il decesso sia avvenuto per cause naturali, anche se sarà soltanto l’autopsia, che il magistrato potrebbe disporre già per oggi, a chiarire i fatti. In attesa dell’esame, nel corso della quale sarano effettuati anche il test tossicologico e quello del Dna, indispensabile per togliere qualsiasi dubbio sull’identità del cadavere, la salma è stata trasferita nel cimitero di San Vito.
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