Bufera sulla Quiete Convocati i vertici

Il presidente Renzulli riunisce il cda: preoccupato per l’immagine dell’Asp Il segretario cittadino Pd Leoncini: non ci sono condanne né rinvii a giudizio
Di Renato D’argenio
Udine 14 Febbraio 2009. La Quiete torna alla normalità. Telefoto Copyright / Foto Agency Anteprima Udine
Udine 14 Febbraio 2009. La Quiete torna alla normalità. Telefoto Copyright / Foto Agency Anteprima Udine

Il presidente della Quiete Aldo Gabriele Renzulli oggi pomeriggio riunisce il consiglio di amministrazione dell’azienda sanitaria protetta. Vuole capire, dai diretti interessati, su cosa si basa l’inchiesta della procura, ma soprattutto si dice preoccupato per il possibile danno d’immagine dell’Asp.

Secondo le ipotesi formulate dalla Procura di Udine, pur di farsi nominare direttore generale dell’Azienda di servizi alla persona “La Quiete”, l’attuale direttore Salvatore Guarneri, nel maggio del 2009, non esitò a imporre a colui che avrebbe dovuto verificare l’ammissibilità delle domande di predisporre un bando “a sua immagine e somiglianza”. A prevedere che il profilo professionale richiesto rispondesse in pieno ai suoi requisiti. Alla “correzione” in corsa del testo – che sarebbe stato sottoposto poi al vaglio del consiglio d’amministrazione della Quiete –, secondo gli investigatori, avrebbe partecipato anche il vicepresidente dell’Asp, Stefano Gasparin. Per entrambi, l’accusa è di concorso nell’ipotesi di reato di concussione.

«All’ordine del giorno del cda di domani (oggi per chi legge, ndr) ci sono le comunicazioni del presidente – spiega Renzulli –. Sono preoccupato per l’immagine della Quiete. In questi anni è stato portato avanti un lavoro importante: abbiamo più di 200 posti letto e siamo stati i primi in Friuli Venezia Giulia ad aver superato positivamente la procedura di accreditamento che la Regione ha previsto per le strutture di questa natura non gestite direttamente. Requisiti di qualità, sicurezza ed organizzazione. Mi disturba la possibilità che si getti fango su questa struttura per un’inchiesta in cui si ipotizzano reati di concussione. Personalmente non ho nessun atto in mano per prendere iniziative di alcun tipo e da quanto ne so, direttore e vice presidente non hanno neppure ricevuto l’avviso di garanzia».

La pensa allo stesso modo il segretario del Pd cittadino, Enrico Leoncini: «Inutile dire che non voglio entrare nel merito dell’indagine, devo dire però che non siamo ne in presenza di una condanna e neppure di fronte a un rinvio a giudizio. Tecnicamente Salvatore Guarneri e Stefano Gasparin, direttore e vice della Quiete, sono indagati (nell’inchiesta figura anche Michele Basso coinvolto come ex presidente della Fondazione Morpurgo Hoffman) e l’inchiesta può chiudersi con la richiesta di rinvio a giudizio, ma potrebbe anche essere archiviata. Per questo credo sia giuridicamente prematuro fare commenti e prendere decisioni. Il fatto che ci sia un’indagine determina il massimo rispetto e riguardo, ma non credo sia sufficiente per chiedere dimissioni. Altrimenti basterebbe una querela per decretare le dimissioni di chiunque».

«La posizione del centrodestra è esclusivamente politica – continua Renzulli, commentando la possibilità di spiegare quanto sta accadendo in commissione consiliare –: in tanti anni non ha mai avanzato nessuna proposta sulle politiche per gli anziani. Da parte nostra non ci siamo sottratti al confronto. Lo stesso Berti è venuto in visita alla Quiete e ha potuto constatare che siamo aperti a qualsiasi discorso. Ma se la posizione è esclusivamente politica non sono fatti miei».

E sulla possibile audizione del sindaco Furio Honsell in commissione Leoncini conclude: «Non spetta a me decidere. Sarà una scelta del capogruppo». Ieri non siamo riusciti a metterci in contatto con il capogruppo Pierenrico Scalettaris.

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