Buco da 20 milioni, Moretto in tribunale

Il titolare della concessionaria Lucar ha chiesto l’auto-fallimento: neppure le offerte di acquisto sono bastate a coprire i debiti
Udine 2015. Concessionaria Moretto. © Petrussi Foto Press
Udine 2015. Concessionaria Moretto. © Petrussi Foto Press

UDINE. Un “buco” di oltre 20 milioni di euro. Una voragine talmente grande, da rendere impraticabile la via del concordato preventivo e obbligatoria, invece, quella dell’istanza di auto-fallimento. Luca Moretto, legale rappresentante della “Lucar srl” di Tavagnacco e Portogruaro, l’ha presentata ieri.

Ha portato i libri sociali al tribunale di Udine e ha issato bandiera bianca. Impensabile recuperare tutte quelle perdite e impossibile anche continuare a far fronte alle richieste dei creditori. Il tracollo si porta via una delle concessionarie auto più conosciute in Friuli e nella parte orientale del Veneto ed è destinato a lasciare a casa i dipendenti - una trentina in tutto - che erano impiegati nelle sue quattro sedi.

Qualche giorno fa, allo stesso Moretto e ad altri sette suoi collaboratori era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari coordinate dalla Procura di Udine, in relazione alla loro partecipazione a una presunta associazione a delinquere, finalizzata alla truffa e alla frode nell’esercizio di un’attività commerciale.

Banche e dipendenti

Maturato nel corso degli anni e imputabile per lo più alla crisi delle vendite nel mercato delle auto, il dissesto economico ha dunque superato quota 20 milioni di euro. Di questi, più di 6 milioni sono soldi dovuti alle banche e ad alcuni altri creditori privilegiati.

Le proprietà immobiliari di Lucar - che oltre ai due punti vendita di Tavagnacco e Portogruaro, conta anche una carrozzeria e un centro usato nella stessa via Nazionale -, infatti, erano state acquistate per buona parte con finanziamenti di istituti di credito, che su quegli stessi immobili avevano acceso altrettante ipoteche.

Auto taroccate, Moretto e venditori nei guai

Ma a reclamare le rispettive quote di denaro ci sono anche i dipendenti - tra amministrativi, tecnici meccanici e venditori - e i professionisti esterni incaricati di volta in volta di assistenza in materia fiscale e legale. Per non parlare dei debiti accumulati nei confronti dell’Agenzia delle entrate.

La crisi ed Equitalia

Il Gruppo Moretto è concessionario ufficiale per i marchi Aston Martin, Hyundai, Lexus e Toyota (questi ultimi due, fino al 31 dicembre scorso) per le province di Udine e Venezia. Opera nel settore da 40 anni e con il passare del tempo è riuscito a ritagliarsi una fetta importante del mercato di settore e a conquistare e fidelizzare - i dati sono quelli riportati sulla pagina web del gruppo - oltre 20 mila clienti.

Da qualche giorno, però, le vetrine del salone di via Nazionale sono pressocchè vuote e gli affari sono completamente fermi. Manca liquidità e non ci si approvvigiona più.

In dicembre, ad aggravare la situazione, ci si era messa la visita congiunta di Equitalia e della Guardia di finanza: gli avevano pignorato una Aston Martin Vanquish coupè del valore di circa 320 mila euro, per una cartella fiscale di imposte non versate all’Erario per complessivi 140 mila euro.

Trattative fallite

Nei mesi scorsi, la speranza di salvarsi aveva trovato sponda in una serie di offerte di affitto e di acquisto dell’attività. A farsi avanti erano stati, tra gli altri Simauto e Cinelli. L’entità e le condizioni delle proposte, tuttavia, non erano bastate a coprire se non che in minima parte il “buco” accumulato dal gruppo.

Il che aveva fatto sfumare l’ipotesi di formalizzare al tribunale istanza di ammissione alla procedura del concordato preventivo e, quindi, di presentazione di un piano per il rientro dei debiti tale da garantire anche una continuità operativa all’impresa. A quel punto, non è rimasto altro da fare che rassegnarsi a chiedere ai giudici il proprio fallimento.

Nei prossimi giorni, il tribunale fisserà la data dell’udienza al termine della quale sarà dichiarato il default. Il collegio nominerà quindi un giudice delegato e un curatore fallimentare, incaricato di trovare una soluzione in grado di salvare quanti più posti di lavoro possibile.

L’inchiesta giudiziaria

Sul fronte penale, Moretto è accusato dal pm Paola De Franceschi di avere “taroccato” i contachilometri delle auto usate e di averle poi messe in vendita a Tavagnacco e Portogruaro, spacciandole per quasi nuove. Il trucco sarebbe stato messo in atto con la complicità di due meccanici, cui sarebbe spettato il compito di alterare la centralina elettrica dei contachilometri e di riportare la falsa attestazione sulle rispettive carte di circolazione, e di cinque venditori, che non avrebbero esitato ad assicurare gli acquirenti sull’esatta corrispondenza dei chilometri indicati con quelli effettivamente già percorsi dalle auto.

Per un totale di una quarantina di manomissioni, tra il 2010 e il 30 maggio 2014, data delle perquisizioni dei carabinieri di Conegliano, cui era giunta la prima segnalazione d’irregolarità.

L’addio di Toyota e Lexus

Il deteriorarsi della situazione finanziaria aveva di recente comportato l’interruzione dei rapporti tra il Gruppo Moretti e Toyota Motor Italia. È stata la stessa società, in una nota, a dare notizia della revoca della concessione.

«Al momento - ha precisato Toyota – non è stato nominato alcun sostituto, ma ci siamo già attivati per trovare una soluzione. Per garantire la continuità del servizio, sopratutto in assistenza, i nostri clienti Toyota e Lexus possono tranquillamente rivolgersi alle concessionarie e ai centri di assistenza autorizzati presenti nella zona».

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