Bruno e Gerti spazzati da acqua e fango

L’anziano cercava di salvare la casa quando è stato sepolto da una frana, la donna investita dall’acqua mentre fuggiva

MALBORGHETTO. Ai danni materiali, seppure ingenti, si può porre rimedio, ma l’alluvione si è presa anche due vite, Gerti Schnabl a Ugovizza e Bruno Urli a Malborghetto e queste sono le gravi ferite non rimarginabili, sopratutto per i familiari. «Mi sono salvata perchè sapevo nuotare, Gerti, invece, non è riuscita a riemergere e le acque dell’Uque se la sono portata via». La testimonianza di Roswita, oggi 50enne, sorella della scomparsa, che a dieci anni dalla tragica sera racconta con serenità della drammatica esperienza vissuta nella propria casa di via Agricoltura, a due passi dal letto del torrente, dove le case sono state invase da fango e ghiaia fino al primo piano.

«Saranno state le 18.15/18.20, quando ha sentito suonare le campane del campanile: era il segnale che stava per crollare il campanile. Ero in corridoio. Aiutavo Gerti a portare gli attrezzi di più valore, trapano, motosega, decespugliatore e altro al primo piano, visto che l’Uque tracimava al ponte della chiesa e che in paese e anche in cantina c’erano già 20 cm d’acqua. D’avanti al portone abbiamo messo la lavatrice per impedire che s’aprisse, poi Gerti ha coperto l’auto con una coperta per proteggerla e gli ho detto di andare di sopra visto che continuava a trafficare. Eravamo, infatti, tutte e due in corridoio, quando ho visto l’acqua alzarsi improvvisamente, ci siamo guardate e in quel momento, la forza della corrente ha rotto il vetro e l’acqua, ormai alta più di due metri, ci ha trascinato via contro una parete. Ho cercato di tenermi attaccata al muro, ma non c’erano santi di resistere. Gerti ha cercato di stare aggrappata finchè ha potuto. Poi ho mollato la presa e la corrente ci ha scaraventate contro il muro della cantina e credo che Gerti fosse rimasta sotto la tromba delle scale. In quegli attimi sott’acqua, non pensavo a respirare, mi sono detta “devi darti una spinta per risalire nel vano delle scale per riuscire a riemergere e salire verso la salvezza”. Ce l’ho fatta. Ho cercato di vedere dov’era Gerti ma di lei non c’era traccia.

In pochi istanti sono stata protagonista di una scena incredibile come si vedono nei film. Di colpi ne ho presi parecchi, ma non sentivo niente, evidentemente pensavo solo a sopravvivere e credo che se Gerti avesse saputo nuotare ce l’avrebbe fatta anche lei». Invece il vortice ha portato via la 51enne cantate del “Quintetto Lussari” e presidente del Club 3P e il suo corpo è stato ritrovato dopo una settimana di ricerche nel fiume Fella a Malborghetto, lasciando nel dolore i frattelli Roswita e Giovanni e tutta la comunità.

«Ci manca molto Gerti - chiude Roswita – era la più grande di noi. Era molto aperta, solare. A 17 anni già era in Germania a lavorare in una gelateria e me la ricordo felice al ritorno con un grande televisore per noi».

La morte di Bruno Quasi negli stessi istanti in cui l’Uque si portava via Gerti, a Malborghetto, perdeva la vita Bruno Urli, 57 anni, da soli 5 mesi in pensione. All’acciaieria Weissenfels di Fusine era stato apprezzato tecnico responsabile della programmazione della produzione. Era sul retro della casa quando è stato intrappolato dalla ghiaia che con l’acqua colava dalla montagna. Era andato nel retro a chiudere il gas e con un badile cercava di far defluire l’acqua attraverso lo stretto passaggio fra due case. «Abbiamo cercato di fare di tutto per tirare fuori Bruno mentre, a ondate, arrivava sempre più fango e ghiaia a bloccarlo – racconta Adriano Buzzi, uno dei soccorritori -, abbiamo anche divelto una porta per cercare di fare deviare l’acqua, ma non c’è stato verso e dobbiamo la vita alle urla del pacherista che operava sopra la scarpata per cercare di deviare il corso del rio, perchè così abbiamo visto in tempo arrivare la frana. Io mi sono salvato aggrappandomi alla grondaia e ho visto con la coda dell’occhio sparire Bruno. Gli altri, saremo stati in sei sette, sono pure riusciti a salvarsi a malapena». Urli ha lasciato nel dolore la moglie Marina, il figlio Mirco e la figlia Viviana che le aveva dato la nipotina Giulia che allora aveva due anni.

A dieci anni di quella tragica sera la signora Marina che praticamente ha assistito alla tragedia essendo stata davanti casa a una decina di metri da dove è stato travolto Bruno, serba in seno il suo dolore per la perdita del marito che gli manca molto. La confortano due splendide nipoti, Giulia che ha 12 anni e la sua sorellina Gaia di 3 anni e mezzo. Bruno Urli, amante della montagna, è ricordato anche dal Gruppo Ana di Malborghetto che ha posto una targa a sua memoria al rifugio Bernardinis sui “Due Pizzi”, rifugio che lui stesso aveva restaurato.

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