Bonus di 1200 euro l’anno per ogni bambino nato in Friuli Venezia Giulia

UDINE. Misura attiva di sostegno di 1200 euro l'anno per ciascun figlio nato a partire dal primo gennaio 2018 in una famiglia residente in Fvg da almeno 24 mesi e il cui Isee non superi i 30 mila euro.
È quella varata dalla Regione, annunciata nel corso della conferenza stampa di fine anno e realizzata ora, illustrata nel corso di una specifica conferenza.
«La misura non è nè una mancia elettorale nè uno spot - ha indicato la presidente Debora Serracchiani - ma una iniziativa strutturale».
La Regione ha previsto una copertura triennale di bilancio, per un costo di 4,3 mln per il 2018, di 10 mln per il 2019 e di 11,5 mln per il 2020. Si pensa a regime a un costo di meno di 20 mln l'anno.
Il contributo potrà essere richiesto, entro tre mesi dalla nascita, dai nuclei familiari con Isee inferiore ai 30.000 euro con le stesse modalità della Carta famiglia.
La misura si inserisce nell'ampio quadro di iniziative strutturali attuate dalla Regione che parte dal sostegno alla famiglia, con azioni come l'abbattimento delle rette degli asili nido, per arrivare fino alle politiche attive del lavoro, ad esempio con i contributi per l'assunzione delle madri con meno di 5 anni.
L'auspicio della Regione è di consolidare il provvedimento e, se possibile, ampliarlo fino ai 18 anni sul modello di quanto avviene in Francia.
Il provvedimento è cumulabile al “bonus bebè” nazionale (per l'accesso al quale il limite Isee è però fissato a 24.000 euro).
L'assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, ha specificato che le domande verranno raccolte e poi saranno «risolte» due volte nell'anno. In Fvg nascono circa 8.000 bambini ogni anno.
Il vicepresidente della Regione Fvg, Sergio Bolzonello, ha tenuto a inquadrare l'iniziativa in una «visione unica.
Non si tratta di misure spot ma di una visione complessiva che parte dalle mamme che possono avere posti di lavoro.
Dunque, insieme misure che partono dalle politiche attive per le famiglie per arrivare alle politiche attive per il lavoro».
Lo scopo del supporto finanziario non è soltanto quello di aiutare le fasce più deboli, ma anche di contribuire a combattere il fenomeno della denatalità, «il più grande tema che deve affrontare il nostro Paese», come ha detto Serracchiani.
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