Bonnie and Clyde delle rapine, lei scarica lui: io ho solo prestato l’auto

Mentre Moreno Meot decide di non rispondere alle domande del giudice, Giorgia Nalato prende le distanze
Udine 10 gennaio 2017 arresti despar conf stampa cc/ps Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
Udine 10 gennaio 2017 arresti despar conf stampa cc/ps Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo

UDINE. Davanti al giudice si è sgretolata l’intesa fra i “Bonnie e Clyde” friulani, arrestati durante una rapina al supermercato Despar di Povoletto. Non ha aperto bocca Moreno Meot. Interrogato in carcere dal giudice per le indagini preliminari Matteo Carlisi in presenza dell’avvocato d’ufficio Lorenzo Reyes. Il 35enne udinese arrestato a Povoletto mentre stava per mettere in atto una rapina a mano armata si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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«Le indagini sono ancora in fase di svolgimento da parte degli inquirenti – ha precisato il legale – valuteremo all’esito della chiusura se chiedere di essere sentiti dal pubblico ministero o se depositare una memoria difensiva».

Per Meot il giudice ha ritenuto che sussistesse il pericolo di reiterazione del reato, viste le precarie condizioni economiche, i precedenti per reati contro il patrimonio, le modalità con le quali ha messo in atto i colpi, tutt’altro che improvvisati. Considerato il fatto che, quello che anni fa aveva indossato la fascia di “Uomo ideale” in un concorso di bellezza alla Grotta di Artegna, risultava privo di stabile occupazione e di residenza, ma era ospitato all’hotel Concorde a spese del Comune, il giudice ha quindi disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere.

A parlare, nel frattempo, è stata Giorgia Nalato, 30 anni, anche lei di Udine. Trasferita dal Coroneo di Trieste a Udine per essere sentita, ha risposto alle domande che le ha rivolto il gip. Ad assisterla c’era il suo legale di fiducia, Alberto Tedeschi. «La posizione della mia assistita riguardo ai fatti contestati è evidentemente marginale – osserva Tedeschi –, per questo abbiamo chiesto e ottenuto una misura cautelare più tenue».

La donna, che ora è agli arresti domiciliari, ha infatti ammesso di essere stata coinvolta da Meot solo sabato mattina, quando lei è andata a prenderlo all’hotel Concorde e lui le ha chiesto di accompagnarlo prima a Cividale, poi le ha proposto una deviazione a Povoletto.

La donna ha anche ammesso di aver fornito la stessa vettura a Meot in altre circostanze. Si trattava dell’auto del suocero che la Nalato ha prestato all’uomo in più occasioni. Ha anche aggiunto che, all’atto della restituzione, Meot le diede una volta 500 e l’altra 250 euro.

Ammissioni tutt’altro che ininfluenti, dato che polizia e carabinieri indagano sull’eventuale responsabilità della coppia in una serie di rapine messe a segno con analoghe modalità in altri market della provincia di Udine. Per il giudice, l’assenza di prospettive lavorative fa ritenere ragionevole che i due arrestati possano prestarsi nuovamente a questo genere di gesti per ottenere rapidi e facili guadagni».

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