Bombardati da ricatti via mail, ecco la nuova truffa a sfondo sessuale: «Guardi siti osé, adesso paga»

UDINE. Escalation di tentativi di estorsione a sfondo sessuale nell’ultima settimana in Friuli Venezia Giulia, come nel resto d’Italia. La polizia postale ha lanciato l’allarme spiegando che è in corso una massiccia operazione di spamming, ossia di invio di mail contenenti ricatti “a luci rosse” e richieste di denaro. Cosa fare? Niente, suggeriscono gli esperti.
Anche perché in questo caso pare che i cyber-criminali non abbiano in mano un bel nulla, ma abbiano tentato questa mossa su larga scala solo confidando nel fatto che, visto il gran numero di invii, qualcuno sarebbe comunque cascato nel tranello. Fortunatamente non è stato così per quanto riguarda la nostra regione. Finora, secondo quanto risulta alle forze dell’ordine, nessuno ha pagato. La campagna di informazione promossa dalla polizia sembra aver vanificato gli sforzi degli hacker.
Il messaggio-truffa inizia così: «Come avrai indovinato, il tuo account è stato hackerato, perché è da lì che ho inviato questo messaggio. Io rappresento un gruppo internazionale famoso di hacker. Nel periodo dal 22 luglio al 14 settembre su uno dei siti per adulti che hai visitato hai preso il virus creato da noi». Poi il cyber-criminale dice di avere tutto ciò che riguarda il malcapitato: conversazioni, mail, contatti, videochat. E minaccia: «Sembra che tu abbia una vita segreta.
Abbiamo visto e registrato come ti sei divertito visitando siti per adulti...» e poi c’è il ricatto. Bisogna versare – entro 48 ore, si legge – una somma sul portafoglio in criptovaluta dei criminali per evitare che i segreti vengano rivelati ai conoscenti della vittima.

«In questi giorni – conferma la dirigente del Compartimento di polizia postale e delle comunicazioni Enrica Patti – abbiamo ricevuto numerosissime segnalazioni da tutto il Fvg. Il fenomeno ha destato un certo allarme e così è scattata subito una campagna informativa che, almeno per il momento, sembra aver reso vani gli sforzi di chi ha architettato l’operazione di spamming. In ogni caso, non bisogna mai pagare. Inoltre, su www.commissariatodips.it, il sito della polizia postale pensato per la sicurezza degli utenti del web, ci sono molti consigli utili ed è possibile rivolgere domande direttamente agli esperti».
Nella sola giornata di mercoledì negli uffici di via Marinelli, a Udine, dove ha sede la polizia postale, sono arrivate circa quaranta telefonate di persone che volevano appunto segnalare agli investigatori di aver ricevuto le mail con i ricatti. Tanti erano stati disorientati dal fatto che la mail proveniva dal loro stesso account. Un uomo che era al lavoro si è talmente preoccupato che, non potendo telefonare direttamente alla polizia postale, ha chiesto alla moglie di farlo perché voleva sapere subito che cosa bisognava fare.
La polizia postale ricorda che, se la richiesta estorsiva è già arrivata, comunque non bisogna pagare. Inoltre, per tutelarsi è bene: usare un buon antivirus, un sistema operativo aggiornato, adottare password diverse per i propri account, meglio se con dieci caratteri alfanumerici, maiuscoli, minuscoli e speciali. E non devono essere nomi o date che chiunque può trovare su internet e associare alla nostra persona.
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