«Body sushi e calendari demonizzati ingiustamente» Foto - Video

Due componenti dello staff che organizzano l’evento di Zoppola replicano alla segretaria della Ust- Cisl di Pordenone: qualunquismo e moralismo

PORDENONE. Non sono piaciute a Kasha Raffin e Loraine, due componenti dello staff che organizza le serate di body sushi, la protesta e le critiche del sindacato, la Cisl di Pordenone segnatamente, sull’evento di Zoppola e anche sui calendari delle Pordenonesi. Critiche che il sindacato ha mosso attraverso la segretaria Ust Luciana Fabbro.

Non sono loro piaciute e hanno preso carta e penna e hanno risposto. Ecco la mail inviata al Messaggero Veneto.

«Difficile sottrarsi - esordiscono - a un male insidioso come il qualunquismo. Esso colpisce soprattutto chi non ha nulla di interessante da dire coinvolgendolo in argomentazioni puerili, senza alcun fondamento. Un insieme di parole a effetto per indicare i problemi ma, ovviamente, nessuna soluzione».

«E’ il caso della signora Luciana Fabbro, sindacalista Ust-Cisl, che, nella giornata del 25 novembre scorso, ha indicato - proseguono - nel body sushi o nei calendari delle pordenonesi le cause della disoccupazione femminile, del mobbing, delle violenze domestiche, e tanti altri mali della società che vedono le donne come vittime in primis».

«Restare basiti da tali discorsi - rincarano - è un eufemismo! Fatti nella giornata contro la violenza della donna è addirittura grottesco!».

«Ma cerchiamo di capire - continuano - cosa vuole esporre la signora Luciana Fabbro. Il titolo dell’articolo recita “Così si favoriscono i soprusi sulle donne”. Domanda: con i calendari? Con il sushi? Ma la signora Luciana va oltre con i ragionamenti e afferma che “Se una donna decide di posare nuda per un calendario, e lo fa come scelta consapevole, e riceve un compenso regolare e dignitoso non c’è nulla di cui indignarsi!”. Deduzione mia: allora è una questione di soldi?».

«Se la donna - riflettono - si espone nuda gratis è un incitamento alla violenza contro la donna stessa. Se invece percepisce un giusto stipendio non c’è nulla di cui indignarsi! Non vi è lesa maestà contro la donna. C’è da inorridire a tali affermazioni. Mi chiedo se questo accade a chi notoriamente non deve combattere per uno stipendio. Ha la pappa pronta, senza sforzo alcuno se non quello di pontificare su questo o su quello nei toni che, purtroppo, siamo costretti a leggere!».

«La signora Luciana - proseguono - intravede un male diffuso nella società, una depravazione strisciante che si manifesta a danno della donna. Pensieri malsani di coloro che vedono le donne come invito all’uso e all’abuso! “Non resto indifferente, continua la signora Luciana, ai calendari, al body sushi (dove vi era anche un modello uomo) e alle modelle viventi”. Mi chiedo, cara signora Luciana, se per un momento ha pensato a cosa potesse mai c’entrare una serata di body sushi con la mancanza di occupazione della donna o del suo reintegro dopo la maternità».

«Mi chiedo - rincarano - come si possa fare un simile minestrone tirando accuse a destra e manca solo perché si crede che ci si aspetti qualche pillola di saggezza dalle persone che ricoprono cariche come la Sua».

«Se a Lei, signora Luciana, non piace il body sushi perché non fa come i comuni mortali ed evita di andare nei locali dove le serate comprendono tale evento? Perché, invero, crede di poter gettare fango contro un evento che, senza il Suo aiuto, sta riscuotendo un discreto successo in Provincia solo perché a Lei non gradito?»

«Per concludere, credo sia giusto parlare dei problemi della donna, ma senza demonizzare ingiustamente ciò che con tali problemi ha poco a che vedere. Anzi, nulla! E’ giusto parlare delle famiglie in crisi e della gente che deve rivolgersi ai servizi sociali, ma facciamolo con il dito accusatorio rivolto nella direzione giusta che sicuramente non è quella del body sushi».

«Parliamo delle paghe e delle pensioni che percepiscono i dipendenti della pubblica amministrazione? Ecco. Le ho dato, cara signora Luciana, un esempio di qualunquismo - è la chiusura finale - che Lei tanto superficialmente pratica ostentando persino un filo logico nell’esposizione di un moralismo da quattro soldi che vuole a tutti i costi indicare un seno o una coscia scoperti i veri mali della società. Cose da Santa Inquisizione».

«Attendo - concludono - con curiosa ilarità la prossima pillola di infinita saggezza!».

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