Blitz del Governo stop alla Cciaa unica:riforma al palo

UDINE. Due sottosegretari per una riforma, il primo con il compito di “chiudere” la partita delle Camere di commercio accogliendo la proposta della Regione Fvg di istituirne una sola, e il secondo con un “pizzino”, pare scritto in stampatello e dunque di fretta, in cui si fa marcia indietro e, invocando i numeri, si bocciano le modifiche e si torna alla versione originale. Il tutto in una stessa giornata, quella di giovedì, 3 agosto, a Roma, nel corso della Conferenza Stato-Regioni che doveva esprimersi sulla riforma degli enti camerali. Pronunciamento che non c’è stato, e non c’è più tempo per far sì che arrivi, cosa che dà mano libera al Governo di firmare il via-libera. Non senza conseguenze, visto che le grandi Regioni del Nord, dal Piemonte alla Lombardia, hanno già preannunciato ricorso.
Non scevra di sorprese, dunque, la riunione di giovedì che, alla vigilia, sembrava dovesse condurre ad un risultato quasi scontato, frutto del lavoro degli ultimi mesi, non da tutti condiviso, che puntava a istituire in Fvg una sola Camera di commercio. Superando lo status quo a tre, non sostenibile, ma anche la divisione in due del territorio, con l’ente della Venezia Giulia, nato dalla fusione tra Gorizia e Trieste, e quello di Udine e Pordenone a cui la riforma obbligava.
In apertura di riunione, in rappresentanza del Governo, c’era il sottosegretario Gian Claudio Bressa. Tra le sue mani la posizione ufficiale del Governo che accoglieva la richiesta formale della Regione a prevedere la Cciaa unica del Fvg. Qualche ora più tardi è stata Teresa Bellanova, altro sottosegretario, a intervenire alla riunione portando con sè un’altra posizione “ufficiale” nella quale, facendo riferimento al processo di riforma avviato da Unioncamere e che aveva l’obiettivo di far scendere gli enti da 110 a 60 (allo stato attuale degli accorpamenti il saldo è 59, con la Cciaa Unica in Fvg si sarebbe scesi a 58), e richiamando un comma in cui si definisce che accorpamenti successivi a quelli in atto sarebbero scattati obbligatoriamente solo se il numero di enti fosse stato superiore a 60, ha ritirato la disponibilità alla modifica e, per raggiungere la cifra di 60, ha consentito alla Sardegna tre enti camerali.
Esprime «rammarico» per l’accaduto, l’assessore regionale Gianni Torrenti, a Roma per partecipare alla Conferenza. «La Regione aveva trovato la disponibilità tecnica del Governo a una soluzione che andava incontro alle legittime esigenze di tutti i territori, tutelando anche le aree meno robuste. In un secondo momento, nello stesso giorno, il Governo ha mutato parere sul testo in alcuni punti, tra i quali l’accorpamento delle Camere di Udine e Pordenone, e il mantenimento della Camera della Venezia Giulia». «Pur rimanendo indiscutibile che la Regione non ha competenza in materia, la scelta di creare un’unica Camera di commercio regionale ha una valenza strategica in linea con la politica di aggregazione territoriale e funzionale sin qui perseguita. Dobbiamo rammaricarci per questo ripensamento» ha aggiunto Torrenti. «In Conferenza delle Regioni e fino alla fine della Conferenza unificata del primo pomeriggio – riferisce Torrenti – non avevamo alcun sentore che la posizione del Governo fosse cambiata rispetto alla settimana scorsa, e per questo avevamo lavorato per perfezionarla nell’ottica di una tutela complessiva».
Il Governo «ha successivamente comunicato che la richiesta precedentemente accolta di avere un’unica Camera di commercio veniva cassata per ragioni tecniche, riportando così il testo alla versione presentata da Unioncamere». A fronte di ciò, la Regione Friuli Venezia Giulia «ha chiesto che venisse verbalizzata la modifica in senso negativo del parere espresso al mattino». «Questa novità improvvisa, che non ha tenuto conto dell’opportunità di leggere il territorio nel suo complesso, ora andrà gestita dalle due Camere di commercio, che – ha concluso Torrenti – avranno il compito di ricucire rapporti e dialogo tra tutti i soggetti coinvolti».
«Il risultato è frutto del buon senso della politica. La Camera di Commercio Venezia Giulia ha unito la politica in maniera trasversale per tutelare la rappresentatività del territorio. È un traguardo – è il commento del presidente della Cciaa Venezia Giulia, Antonio Paoletti - a cui hanno contribuito tutti. Negli ultimi giorni i toni sono stati molto accesi, sarà nostro compito ora ricomporre le situazioni». «L’orientamento del ministero è sostanzialmente per il piano proposto da Unioncamere, in cui era previsto per il Fvg un assetto a due enti camerali, per arrivare successivamente alla Camera unica: un piano rispettoso dei territori e soprattutto rispettoso delle disposizioni della normativa di riordino delle Camere di Commercio» è il commento di Giovanni Da Pozzo, presidente dell’ente udinese.
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