Bivacchi notturni all’ex Casa arredamenti a Sacile

Materassi, cartoni e cuscini abbandonati: clandestini o senzatetto? Il Comune pronto alla verifica nella sede dell’azienda

SACILE. Bivacchi notturni nell’azienda fallita “Casa arredamenti” in via San Giovanni del Tempio? La segnalazione è partita da alcuni sacilesi che hanno notato un cumulo di materassi, cuscini e arredi abbandonati sul retro del fabbricato che è andato in crisi nel 2013. Un cumulo che fa pensare a un rifugio improvvisato: sarà così? A destare allarme e preoccupazione tra alcuni residenti a San Giovanni del Tempio è stata, in particolare, l’incuria in cui versa il cortile retrostante l’edificio.

«Dove i cespugli e le erbacce sono anche un ricettacolo per ogni tipo di rifiuto – ha verificato dopo la segnalazione l’ambientalista Vittorio Mella –. Sembra che si sia creata una barriera di vecchi arredi deteriorati che consente forse a gruppetti di senzatetto di infilarsi nottetempo, senza dare nell'occhio, nella parte esterna protetta dello stabile. Sfruttando gli accessi che non sono sigillati al civico 86 di via San Giovanni del Tempio».

Clandestini o senzatetto? «Massima vigilanza anche nei quartieri periferici e verifiche in corso nei luoghi sensibili come cimiteri, capannoni industriali abbandonati, parchi e strade poco illuminate».

L’assessore alla sicurezza Placido Fundarò ha confermato l’impegno capillare sul territorio della polizia municipale. «Il sindaco ha incontrato i revisori dei conti per cercare di superare il blocco degli investimenti comunali per lo straordinario notturno degli agenti della polizia locale – ha continuato Fundarò –. Il tavolo del confronto è aperto per assicurare una vigilanza potenziata, anche in vista delle manifestazioni di fine anno».

I controlli si allargheranno anche a San Giovanni di Livenza. «Nel retro dell’ex azienda “Casa arredamenti” possono trovare rifugio – si chiede Mella – clandestini immigrati oppure poveri senzatetto o zingari?». La Lega, intanto, non ci sta alle politiche che allargano le maglie dell’accoglienza ai profughi.

«No alla prosecuzione del progetto Sprar nel triennio 2017-2019 per i clandestini richiedenti asilo approvato dal Comune di Sacile – il vicesindaco Vannia Gava, segretario leghista, ha votato contro alla delibera di giunta –. Il 5% ottiene lo status di rifugiato: ma gli altri sono clandestini».

L’azienda fallita. «Quindici operai senza lavoro – ha ricordato il sindacalista Mauro Agricola vertice Uil-Tucs – e azienda chiusa. Con pendenze in tribunale che vanno avanti da tre anni: la crisi aziendale ha travolto anche i clienti». Agricola ha allargato le braccia davanti alla lunga depressione che fa chiudere tanti capannoni lungo la Pontebbana e aumenta il popolo dei disoccupati.

Ma la vicenda di “Casa arredamenti” è finita in tribunale dopo le denunce di mobili pagati e non consegnati. Una ventina le denunce contate e la difesa è stata chiara: «Impossibilitata la consegna della merce. L’impresa è fallita e quindi l’imprenditore non ha potuto fare le consegne perchè l’attività era stata bloccata».

A Sacile la Federconsumatori l’ha chiamato un “caso Aiazzone”: alcuni clienti si sono rivolti allo sportello in via Carli, per tutelarsi. Dopo mesi, alcuni mobili e materassi sono stati ammassati sul retro dello showroom.

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