Birra Moretti, un archivio di immagini e di narrazioni

Dici Udine e pensi (anche) alla birra Moretti. Un nome indissolubilmente legato alla città, anche se al di là di un parcheggio, dell’emblema di una famiglia che con la produzione di birra fece conoscere il Friuli in tutta Italia e oltre, resta ben poco.
Eppure l’attività industriale fondata da Luigi Moretti nel 1859 ha lasciato un segno indelebile nella memoria delle persone, e degli udinesi in particolare. Chiunque abbia più di trent’anni ricorda le grandi insegne al neon che davano il benvenuto in città, la birreria di viale Venezia con i tavolini all’aperto, il profumo di luppolo fuori dallo stabilimento, lo stadio dove giocava l’Udinese, la “bire furlane” conosciuta in mezzo mondo. Anche se sono trascorsi trent’anni da quando la Moretti non appartiene più a Udine.
Da qui nasce l’esigenza, e l’idea, di costruirne un archivio: chiunque abbia un ricordo, un oggetto, una storia legata allo stabilimento della Birra Moretti, oggi può aiutare a rendere indelebile questo simbolo (info@senzamoretti.it, www.senzamoretti. it).
«Trent’anni senza Moretti» è un progetto che vuole essere un archivio collettivo di immagini e narrazioni dedicato al rapporto tra la Moretti, i suoi luoghi e la sua comunità. Ad accorgersi del forte legame tra questo brand e i friulani, vedendo nel Baffone un simbolo della città, è stato Fabien Marques, artista visivo francese, che oggi vive e lavora nel capoluogo friulano. Insieme con Altreforme, società cooperativa che si occupa di eventi culturali e artistici, in collaborazione con i Civici musei e con il Comune, con l’Università, Videomante, Puntozero e Radio Onde Furlane, e con il sostegno della Regione Fvg, Marques ha ideato il progetto di ricerca etnografica partecipativa «Trent’anni senza Moretti». L’allusione è al trentesimo anniversario, a cavallo tra il 2022 e il 2023, della chiusura dell’esperienza friulana di Birra Moretti. Alla fine del 1992, infatti, inizia la produzione della birra nello stabilimento di San Giorgio di Nogaro e subito dopo, all’inizio del 1993, parte l’ultima cisterna da Udine. Da quel momento, in viale Venezia l’odore del luppolo resterà solo un lontano ricordo.
«Quando mi sono trasferito a Udine, alla fine del 2019 – racconta Marques – sono rimasto sorpreso dall’assenza di cartelli, insegne o addirittura di un museo che raccontassero la storia della Moretti. All’ingresso dell’omonimo parco, ad esempio, c’è una piccola targa commemorativa, ma che dice molto poco. Del vecchio birrificio in viale Venezia, invece, demolito nel 1998 e sostituito con la questura, non c’è al momento alcuna traccia. Visto che la mia pratica artistica ha spesso a che fare con memorie collettive rimosse, è stato naturale cominciare questa ricerca per scoprire perché, a distanza di solo trent’anni, le tracce della presenza della Moretti in città sembravano essersi perse. La verità è che non si sono affatto perse, perché c’è un patrimonio ricchissimo di oggetti, ricordi, memorie orali, immagini. Ed è proprio questo patrimonio collettivo che intendo esplorare», evidenzia l’artista francese.
Una prima fase del progetto chiamerà le persone a partecipare alla costruzione dell’archivio. Una seconda fase vedrà la pubblicazione online del materiale raccolto e l’organizzazione di una mostra nel museo Etnografico.—
Alessandro Cesare
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