Biblioteca di Feletto polo per la letteratura scientifica sportiva

La proposta di Claudio Bardini per la scuola risale al 2007 Contatti con il corso di laurea in scienze motorie a Gemona
Di Lodovica Bulian

TAVAGNACCO. Fare della nuova biblioteca comunale di Feletto un polo di riferimento per la letteratura scientifica sportiva.

Ora che si è aperta la fase finale che consentirà di completare la struttura, finora rimasta inutilizzata perché orfana degli arredi, riprende vita la proposta firmata Claudio Bardini, coordinatore educazione motoria per la Provincia di Udine, referente regionale per l’educazione alla salute dell’Ufficio scolastico regionale, nonché ideatore della scuola media sportiva.

L’idea ha radici lontane ed era già stata accolta nel 2007, quando l’Aula aveva votato all’unanimità la mozione dell’allora consigliere comunale. Ora che finalmente l’immobile sarà restituito alla sua funzione, Bardini pensa a una sezione di biblioteca sportiva che, forte delle sinergie con l’istituto scolastico comprensivo e con il corso di laurea in scienza motorie di Gemona, potrebbe attirare a Tavagnacco studenti, docenti, fisioterapisti, ricercatori. Sul modello, magari, di quanto già esiste a Padova e in altre città italiane, ma che non trova esempi nella nostra regione.

Ecco perché istituirla a Tavagnacco conferirebbe al territorio una nuova attrattività. Un progetto che calza a pennello con la tradizione, visto che «lo stesso Pietro Enrico di Prampero, già presidente della facoltà di Scienze motorie, è proprio cittadino di Tavagnacco».

Ne uscirebbe così una struttura «aperta a tutti senza alcun vincolo, specializzata nello sport a 360 gradi – precisa il dirigente – visto da ogni prospettiva, quindi non soltanto discipline sportive, ma anche attività motoria, psicomotricità, benessere fisico, medicina, handicap e ancora architettura, ingegneria, diritto fino alla narrativa con la storia delle società sportive locali e centenarie».

Non basta: «Si potrebbe pensare – continua Bardini – di accogliere anche fondi librari provenienti da donazioni di docenti universitari, di educazione fisica o semplicemente da persone appassionate di cultura sportiva, per non disperdere il loro prezioso materiale». Tavagnacco diventerebbe quindi «punto di riferimento per lo studio approfondito della materia, ma anche “location” per l’organizzazione di seminari tematici e per la presentazione e la diffusione di testi librari».

Proprio con l’ateneo friulano, poi, l’amministrazione comunale, suggerisce Bardini, «potrebbe stipulare un accordo di collaborazione per sviluppare programmi di ricerca scientifica e attività di formazione». E perché non bandire anche «un concorso scolastico per la creazione di un logo della biblioteca sportiva».

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