Best Performer del Tagliamento: al lavoro per diventare più grandi

È andato in scena a San Vito al Tagliamento l’evento organizzato dal gruppo Nem dedicato alle aziende Best Performer del Tagliamento

Maura Delle Case
Da sinistra Loris Paolo Rambaldini, la giornalista Maura Delle Case e Sergio Barel
Da sinistra Loris Paolo Rambaldini, la giornalista Maura Delle Case e Sergio Barel

Grandi aziende del commercio alimentare come Bofrost, big della manifattura come Ispadue (produzione di tubi e profilati in acciaio), Kronospan (pannelli) e ancora Ltl (lenti oftalmiche, solari e a contatto) caratterizzano il distretto del Tagliamento, con il consorzio industriale di Ponte Rosso che ne è il cuore pulsante. Industrie ma non solo.

Il territorio, con i suoi sette comuni – Casarsa della Delizia, Chions, Cordovado, Morsano al Tagliamento, San Martino al Tagliamento, San Vito al Tagliamento e Sesto al Reghena –, si caratterizza per un’alta biodiversità imprenditoriale. Sia di taglia che di settore.

Accanto alle big convivono piccole e medie imprese, attive sui fronti più disparati. La manifattura la fa da padrona, ma non manca come detto il commercio, tanto meno il settore primario, che in questa zona, specie sotto forma cooperative, è presente da sempre.

Una grande ricchezza dunque, che in questi anni è cresciuta anche grazie ai servizi offerti dal Consorzio industriale di Ponte Rosso, a San Vito al Tagliamento, dove si concentra una consistente fetta delle aziende attive sul territorio. Ente che è stato capace di accrescere l’attrattività di questa fetta di Friuli Venezia Giulia, che beneficia, va detto, anche dell’ottima posizione e della vicinanza delle infrastrutture, ferrovia su tutte.

Un sistema, quello del Tagliamento, che ieri è passato alla lente d’ingrandimento del Best Performer, l’evento ospitato nella sede del consorzio industriale Ponterosso, organizzato dal gruppo editoriale Nem, che pubblica il Messaggero Veneto oltre ad altri cinque quotidiani, insieme a ItalyPost e che ha fotografato le prime 100 imprese della zona, prime non solo per ricavi, ma anche per marginalità e solidità finanziaria. Insomma, 100 prime della classe vere, come dimostrano i dati di bilancio. Singoli e aggregati.

Nel 2023, stando al report elaborato dall’ufficio studi di ItalyPost, il fatturato aggregato delle 100 Best Performer del Tagliamento valeva 1,57 miliardi (su 2,7 miliardi totali generati 459 aziende totali insediate sul territorio), 50,3 milioni in meno rispetto al 2022.

L’Ebitda percentuale si è attestato all’11,04%, un valore medio elevato seppur inferiore all’11,77% del 2022. In numeri assoluti, l’Ebitda aggregato è stato pari a 173,2 milioni, 17,3 milioni in meno sull’anno precedente. Al vertice della classifica, Bofrost Italia, la nota azienda attiva nella distribuzione di surgelati, nel 2023 ha visto crescere lievemente i ricavi, da 276 milioni a 278, ma ridursi l’Ebitda, da quasi 33 milioni a 28. Per Ispadue, secondo gradino del podio, il turnover è passato da 200 milioni a quasi 214 milioni, mentre l’Ebitda si è più che dimezzato, da 29 milioni a 13 milioni. In contrazione, sia i ricavi che il margine lordo, anche per Kronospan, mentre Brovedani group – primo gradino sotto il podio, ha visto crescere, nel 2023, sia il fatturato che la redditività, passati rispettivamente da 52 milioni a 53 milioni e da 1 a 3 milioni l’Ebitda.

Scorrendo la classifica, è cresciuta in modo significativo la Colussi Ermes di Casarsa della Delizia, specializzata nella progettazione e produzione di impianti avanzati per il lavaggio, la sanitizzazione e l’asciugatura automatizzati, con quasi 52 milioni di fatturato (erano 45 nel 2022) e quasi 11 milioni di Ebitda (valore che si attestava poco sopra il milione l’anno precedente).

Un’area dunque di grande vivacità che deve però fare i conti con due temi tutt’altro che secondari, citati ieri dal presidente del consorzio industriale Ponterosso nel suo saluto iniziale: «Se da un lato siamo visti come quelli che hanno spostato il triangolo dell’economia da Ovest a Est e nel caso del nostro consorzio siamo diventati un benchmark non solo a livello regionale, ma nazionale, dall’altro siamo anche l’angolo più debole di questo triangolo – ha detto Sergio Barel –. Per due motivi, figli l’uno dell’altro. Le nostre imprese sono troppo piccole e piccolo non è più bello e non sarà nemmeno utile. E qui si pone il tema della crescita dimensionale. L’altro elemento riguarda invece la perdita di talenti. Tra i tre vertici del triangolo – Pordenone, Milano e Bologna, siamo quello che perde di più. Sono a mio giudizio le due sfide che questo territorio deve affrontare se vuole continuare a crescere».

Un percorso, quello nel segno della crescita, che può contare sulla vicinanza della Bcc Pordenonese e Monsile, particolarmente legata a questo territorio che al credito cooperativo ha dato i natali. «Un territorio – ha detto sempre in apertura il presidente dell’istituto di credito, Loris Paolo Rambaldini – in grado di generare innovazione, di affrontare momenti di difficoltà e di crisi, con un’incredibile resilienza, un termine che va di moda, ma che racconta molto bene – ha aggiunto Rambaldini – la realtà che stiamo vivendo e la flessibilità che è richiesta alla nostra economia». A imprese grandi e piccole, che al di là dei numeri, «di fatturati ed Ebitda» per dirla con Alberto Bernava, sindaco di San Vito al Tagliamento e imprenditore, «sono anzitutto strumento di benessere per noi, per i nostri dipendenti, per le comunità».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto