Berlusconi tra Europa e Governo a Roma: "Votatemi e mandiamo a casa i dilettanti"

Il Cavaliere punta a un risultato di prestigio alle urne: «Soltanto così potremo evitare altri quattro anni di recessione». Plauso a Fedriga e all’alleanza regionale in cui Forza Italia è assieme alla Lega: lavora seriamente e con concretezza
15/02/2019, Roma La7, trasmissione televisiva L'Aria che Tira, nella foto Silvio Berlusconi
15/02/2019, Roma La7, trasmissione televisiva L'Aria che Tira, nella foto Silvio Berlusconi

Presidente, siamo al rush finale per le elezioni Europee. Quale obiettivo, reale, si pone Forza Italia come risultato alle urne?
«Due obiettivi, uno per l’Italia, l’altro per l’Europa. In Italia quello di porre fine a questo Governo di dilettanti e incapaci e di sostituirlo con un esecutivo di centrodestra di cui Forza Italia sarà il garante l’anima e la spina dorsale. L’obiettivo di Forza Italia è di riuscire a mandare Silvio Berlusconi con una buona massa di voti al Parlamento europeo e nelle assemblee del Partito popolare europeo (Ppe), per avere un vero leader che difenda gli interessi dell’Italia e che convinca il Ppe stesso a mettere fine all’alleanza innaturale con la sinistra socialista. Per questo chiedo agli elettori di darmi più forza scrivendo “Berlusconi” sulla scheda elettorale di fianco al simbolo di Forza Italia. Vorrei anche ricordare che sarò l’unico leader italiano a lavorare realmente a Bruxelles. Gli altri leader si sono candidati per attrarre voti sul loro partito, ma resteranno a fare politica in Italia».



Lei è un convinto europeista, ma l’Ue non ha sempre dimostrato di essere all'altezza delle aspettative dei cittadini. Secondo lei in cosa deve cambiare l'Unione?
«Personalmente, da capo del Governo, sono stato il primo a sollevare il problema della scarsa attenzione delle istituzioni europee alle aspettative dei cittadini. Noi per primi, come Forza Italia, abbiamo denunciato un’Unione sempre più burocratica, arida e concentrata più sui decimali dei bilanci nazionali che sulle necessità del popolo europeo. Questa tendenza, che si è accentuata negli ultimi anni, ha portato alla formazione di un profondo solco tra cittadini e istituzioni europee e al consolidarsi di movimenti sovranisti e populisti bravi a intercettare le paure della gente, ma incapaci di dare risposte e soluzioni adeguate ai problemi. Dobbiamo recuperare l’idea originaria della nostra Europa, quella immaginata dai padri costituenti, riprendendo i loro progetti, portando a compimento un processo di vero cambiamento.

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Questo significherà, ripeto, l’abbandono dell’alleanza innaturale del nostro Ppe con la sinistra socialista e la ricerca di una diversa alleanza con i movimenti liberali, conservatori, democratici di destra con i quali impostare una nuova politica di sviluppo all’economia, di sostegno alle imprese, di creazione di posti di lavoro. Sarà fondamentale anche darsi un’unica politica estera e un’unica politica di difesa come era nei piani di Schuman, Adenauer e di De Gasperi. Politica unica di difesa significa l’unione di tutte le forze militari di tutti i Paesi dell’Ue in modo che l’Europa cessi di non contare nulla nel mondo, come avviene ora, e diventi invece una potenza militare a livello mondiale e possa quindi assumersi il difficile ma indispensabile ruolo di riunificatrice di tutto l’occidente oggi purtroppo diviso.

Soltanto un occidente unito sarà così forte da poter affrontare le grandi questioni del mondo contemporaneo, come le migrazioni, e resistere alla sfida egemonica globale che sarà messa in campo dalla Cina comunista. Questo disegno del comunismo, che non si è mai dato delle frontiere, ma ha sempre voluto essere un’ideologia universale, è considerato possibile e addirittura probabile da molti studiosi della politica internazionale e della politica cinese».

Un eventuale successo della Lega alle Europee che cosa comporterebbe, secondo lei, a livello nazionale e continentale?
«Il successo della Lega alle elezioni europee darebbe ulteriore ossigeno al Governo gialloverde e dunque condannerebbe l’Italia e gli italiani ad altri quattro anni di litigi, minacce, insulti e, cosa ancora più grave, a una legislatura di crisi economica, isolamento internazionale e politiche profondamente sbagliate. La Lega, infatti e purtroppo, sembra aver appaltato al M5s tutte le competenze al di fuori dell’immigrazione e della sicurezza, con la conseguenza che oggi siamo diventati il fanalino di coda dell’Europa per la crescita, per gli investimenti, per l’occupazione».

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Quali effetti possono esserci dal voto per l’Europa sul Governo nazionale: secondo lei, in estrema sintesi, l’esecutivo entrerà in crisi dopo il 26 maggio?
«Se, come auspico, Forza Italia dovesse riscuotere un buon successo elettorale e il M5s dovesse perdere consensi rispetto alle ultime elezioni Politiche, assisteremo a una caduta di questo impensabile esecutivo con l’elevata probabilità di un ritorno del centrodestra al Governo, un centrodestra unito di cui Forza Italia sarebbe parte essenziale. Perché Forza Italia è da sempre l’unico presidio del pensiero, della cultura e della politica liberale in Italia, il baluardo della civiltà occidentale e dei suoi valori, la prima garanzia del mantenimento della democrazia e della libertà nel nostro Paese».

Come giudica gli attacchi ricevuti in questi giorni da Giorgia Meloni? Teme il sorpasso da parte di Fratelli d’Italia alle urne?
«Davvero non mi do ragione per gli attacchi che provengono dalla signora Meloni che prima delle elezioni Politiche del 4 marzo voleva addirittura portare gli alleati da un notaio per salvaguardare la nostra alleanza da possibili inciuci di palazzo post-voto. Ora, probabilmente preoccupata dal pericolo di un mancato raggiungimento della soglia di sbarramento, tenta di screditare gli alleati. Ma è un gioco al massacro senza senso. Noi continueremo come sempre a lavorare per mantenere salda ed unita la coalizione di centrodestra e per portarla nuovamente al Governo del Paese. Delle conventio ad excludendum non sono praticabili e rappresenterebbero un tradimento della volontà del nostro popolo che ci vuole uniti alla guida dell’Italia».

Pensa davvero che nel breve termine l’Italia avrà, nuovamente, un vero Governo di centrodestra oppure Matteo Salvini continuerà a essere alleato con i grillini fino al termine della legislatura?
«Sarà la realtà a indurre Salvini ad abbandonare questo Governo così innaturale, litigioso e fondato su accordi di mero potere. Se non avvenisse, sarebbero gli elettori – quelli del Nord in particolare – ad abbandonare la Lega. Il Paese ha bisogno di ricette liberali che solo un’alleanza che abbia come fulcro Forza Italia, che, con il suo bagaglio di esperienze e di competenze, sarà in grado di garantire».

In Friuli Venezia Giulia governate senza patemi con la Lega. Come giudica il governo regionale di Massimiliano Fedriga a un anno dal voto dello scorso 29 aprile?
«Il governo del presidente Fedriga – eletto governatore della Regione in una sequenza di elezioni locali che hanno visto prevalere tutti i candidati del centrodestra, con il concorso determinante di Forza Italia, strappando i territori allo storico malgoverno della sinistra – sta lavorando seriamente e con concretezza. D’altronde anche nella vostra regione Forza Italia è garanzia e sinonimo di buon governo e, dove ha l’onore e l’onere di amministrare, i cittadini vedono aumentare il benessere, la sicurezza, i loro diritti e la loro libertà»

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