Berghinz in lutto per il militare suicida. L’addio della moglie su Facebook

Oggi l’ultimo saluto a Christian Falconieri, il caporal maggiore dell’Esercito Non sono state chiarite le motivazioni che giovedì sera hanno spinto l’uomo a togliersi la vita

«Addio amore mio, ti ho amato e ti amo da morire». Sono le parole, colme di affetto, dolore e nostalgia, che Rossella Rollo ha deciso di affidare alla rete per salutare suo marito Christian Falconieri che giovedì, giorno del suo trentasettesimo compleanno, si è tolto la vita utilizzando proprio la sua pistola, un’arma che le serviva per lavoro quando faceva la guardia giurata. Lo straziante messaggio è comparso ieri mattina sul profilo che i coniugi avevano su Facebook. Una pagina internet aperta da un’immagine di due sposi che si tengono per mano e, a fianco, un primo piano in cui l’uomo - un militare dell’Esercito che prestava servizio alla caserma Berghinz, non lontano da dove abitava, in via Della Valle - appare sorridente e sereno.

I funerali del caporal maggiore capo scelto del Terzo Reggimento Genio Guastatori saranno celebrati oggi alle 15 nella cappella del cimitero urbano di San Vito dal cappellano militare. I familiari del militare originario di Nardò (provincia di Lecce, Puglia), la mamma, la sorella, il fratello, i suoceri e la cognata, si sono messi in viaggio per raggiungere il Friuli subito dopo aver appreso la tremenda notizia.

«Siamo vicini alla moglie e tutti i parenti - riferisce il portavoce della Berghinz, il capitano Giovanni Castelli -, è un momento tragico anche per noi».

Falconieri aveva un’ampia esperienza (circa 20 anni di servizio) nella conduzione dei mezzi del Genio, macchine movimento terra, autocarri, è stato diverse volte in missione in Kosovo e, a seguire in Iraq e poi due volte in Libano. Da qualche anno era stato impiegato all’Ufficio logistico del comando in qualità di gestore dei mezzi e del trasporto di materiali militari. I suoi colleghi e superiori lo descrivono come una persona molto serena e pacata, affidabile in tutti i numerosi compiti a lui assegnati, instancabile e scrupoloso, insomma un punto di riferimento nella sezione logistica per tutto il personale del reggimento.

Non sono state chiarite le motivazioni che hanno spinto Christian Falconieri a compiere il gesto estremo. I carabinieri della stazione di Udine, intervenuti su richiesta della moglie, hanno raccolto numerose testimonianze, della stessa donna, di amici, familiari e colleghi. Ma dai racconti non è emerso nulla che potesse in qualche modo - sempre che sia possibile - giustificare una decisione del genere. Non si riesce a capire che cosa possa essere successo. I militari, coordinati dal capitano Alberto Granà e dal maresciallo Rosario Capri, hanno cercato di ricostruire non solo gli ultimi momenti della vita di Falconieri, ma anche parte della sua vita, almeno negli ultimi anni. È emerso il profilo di un uomo tranquillo, dedito al lavoro e profondamente legato alla moglie con la quale amava viaggiare, come rivela lo stesso loro profilo Facebook in cui ci sono le foto ricordo di viaggi in Tunisia, a Lisbona, a Budapest, a Barcellona e a Palma di Maiorca e anche in diverse città italiane. Allo stesso modo lo descrivono anche gli amici e i conoscenti che hanno voluto dedicargli un pensiero su Fb. «Umile, educato e gran lavoratore» scrive infatti Luigi Lama. «Mi dispiace, era sempre educato e sorridente» aggiunge Francesco Allegretti. «Te ne sei andato troppo preso» afferma Luigi Mestrangelo e «Mi hai lasciato un vuoto enorme» posta infine Alessandro.

E infine l’udinese Roberto Toffoletti fa una riflessione più ampia: «La nostra sembra essere una società, in effetti è un insieme di gente sola, che non trova confidenza in nessuno e pensa di risolvere il suo problema sempre da sola. Dovremmo meditare su questo ennesimo episodio e prestare più attenzione a chi ci sta accanto in qualsiasi luogo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto