Bergamasco: «In un film il mito di Tazio Nuvolari»

L’attore pordenonese interpreta il copilota Scapinelli per la regia di Zangardi La pellicola uscirà domani in anteprima a Mantova, il 13 aprile in tutta Italia

«Nuvolari ha la maschera tagliente, Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente...Corre se piove, corre dentro al sole. Tre più tre per lui fa sempre sette. Con l’ alfa” rossa fa quello che vuole dentro al fuoco di cento saette!». Lucio Dalla ha immortalato con una canzone il mito del pilota automobilistico della prima metà del ’900 che, grazie al regista Tonino Zangardi, ora rivivrà in un film.

La pellicola “Quando corre Nuvolari” uscirà domani in anteprima a Mantova e il 13 aprile in tutta Italia. Nel cast c’è anche l’attore Enrico Bergamasco, pordenonese d’adozione: «La mia parte – spiega Bergamasco – è quella del copilota Sergio Scapinelli, che accompagnò Nuvolari nell’ultima mille miglia del 1954». A impersonare Tazio è l’attore italo-inglese Brutius Selby, mentre la voce narrante, Mario – che racconta la storia del “mantovano volante” al nipote – è Alessandro Haber. Il 10 aprile 1950 è la data della vittoria di Nuvolari con la Cisitalia-Abarth e il 13 aprile 1930 segna una delle sue più grandi vittorie: quella della Mille Miglia, quando vinse alla guida dell’Alfa Romeo e spense i fari di notte per ingannare l’avversario Achille Varzi.

«Questo non è un lavoro con un grande budget, come alle volte capita di vedere con i film americani o con un cinema di genere italiano incentrato su storie molto banali che include volti da sicuro incasso. È una storia di passione e sentimenti sportivi – racconta Bergamasco – e ha un grandissimo merito: quello di aver dato la possibilità di dimostrare il proprio talento e la propria forza ad attori poco conosciuti in Italia. Non è una cosa da poco in un mercato che punta quasi esclusivamente all’incasso e influenzato purtroppo da dinamiche politiche e di interessi di varia natura. Continuare a fare l’attore sta diventando sempre più difficile se non si arriva da famiglia agiata. E non è il mio caso. Per questo, ringrazio molto Tonino Zangardi, per avermi dato una possibilità che in tanti, anche in Friuli, meriterebbero di avere».

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