Benedetti: Italia ancora indietro, ma ci fidiamo di questo Governo

BUTTRIO. Barba curata, cravatta gialla in pendant con il caschetto, ed è l’unico ad averlo di questo colore mentre gli ospiti, premier compreso, ne indossano uno arancione, Giampietro Benedetti, ceo di Danieli, accoglie Matteo Renzi nell’auditorium dell’azienda con una relazione stringata, ridotta rispetto alla versione originale, ma non alleggerita nei contenuti.
«Signor presidente, siamo emozionati di averla qui - ha esordito davanti ad un mega-schermo su cui sono state proiettate alcune diapositive, modalità di presentazione cara al presidente del Consiglio -. Queste slide che lei vede - ha indicato Benedetti richiamando l’attenzione sui gap competitivi - sono rimaste immutate da 15 anni a questa parte». Burocrazia, scuola e merito, costo del lavoro e flessibilità... «sono, dal nostro punto di vista, le priorità da affrontare affinchè il nostro Paese diventi più friendly per il manifatturiero, per l’industria in generale e per la crescita della nex generation».
Dopo aver ricordato per capitoli i fenomeni economici di maggiore impatto, come «il rallentamento della Cina, della Russia e dell’Ucraina», Benetti ha spiegato che «lo scenario impone una revisione del modello di business, che deve essere cambiato. Per questo Danieli ha avviato il progetto “Metamorfosi 2” che ha proprio l’obiettivo di cambiare la mentalità operativa, il metodo di lavoro e accelerare sull’innovazione di prodotto».
Ma se l’industria cambia, è necessario che il processo investa anche il sistema Paese, affrontando i nodi competitivi che rappresentano oggi un freno alla crescita e allo sviluppo. Nell’intervento il presidente di Danieli non lo ha detto, ma non si è sottratto alle domande dei giornalisti sul tema energia e sullo stop all’elettrodotto Udine-Redipuglia alla cui realizzazione il Gruppo aveva vincolato l’investimento in Abs. «Solo in Italia - ha detto - accadono cose di questo genere».
Altra questione prioritaria per l’azienda friulana attiene a «scuola e merito». «Noi - ha aggiunto Benedetti - stiamo collaborando con il sistema universitario ed essendo un’azienda manifatturiera vorremmo un ambiente fatto di laboratori di creatività e di libertà di pensiero. Su questo stiamo lavorando puntando a realizzare, primi in regione, una collaborazione con l’università e l’istituto Malignani per creare una scuola che spinga sulla “terza missione”, l’attività di ricerca».
Una scuola che collabori con l’impresa, soprattutto piccola e media, che ha bisogno di supporto per crescere e innovare. A Renzi il ceo di Danieli affida anche il compito di sensibilizzare la scuola affinchè sia capace di sostenere i ragazzi nel loro percorso formativo, percorso che non escluda la strada dell’intraprendere. «Dal canto nostro - è l’impegno - cercheremo di essere “nave scuola” in Friuli Venezia Giulia su questi temi».
La burocrazia, «la lentezza, il bizantinismo delle regole ci conducono ad un manifatturiero di questo tipo - ha detto ancora Benedetti indicando la foto di una fabbrica anni 50 -. Riteniamo - ha proseguito rivolgendosi a Renzi - che il suo governo stia dimostrando visione, energia e coraggio nel fare per cambiare, e cambiare per il benessere del Paese. Questo ci dà speranza, e con la speranza arrivano motivazione e anche coraggio».
Benedetti si è dichiarato «fiducioso che lei ce la farà e riteniamo che le persone comprenderanno questo sforzo, le difficoltà ma anche le necessità di fare, per il bene comune, e quindi la supporteranno». Per il presidente di Danieli «fare squadra» tra pubblico e privato è cruciale «per condividere i rischi, gli sforzi e i sacrifici con l’obiettivo di modernizzare il Paese perché abbia un futuro dignitosi, rispettato e amato dai nostri figli»
Strappando un sorriso alla platea, Benedetti ha concluso paventando il rischio «nel 2020 delle proteste dei robot contro l’avanzata della stampa in 3D. Dobbiamo cambiare e cambiare in fretta».
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