«Bene l’unità d’intenti, ma non ci si fermi qui»
PORDENONE. Le categorie economiche hanno anticipato la politica approvando una “Carta per Pordenone” che presenteranno tra dieci giorni.
Ma non per questo disdegnano l’impegno del consiglio regionale a favore di Pordenone, pur nella convinzione che la mozione votata in consiglio non possa che essere un primo passo in un cammino che, necessariamente, dovrà essere spedito.
Camera di commercio. Il presidente della Camera di commercio, che ieri era fuori Pordenone, si riserva di approfondire il tema, ma accoglie con favore lo spirito con cui è stato approvato il documento.
«Come categorie ci siamo sentiti in dovere di fare questa iniziativa, “la Carta per Pordenone”, per il nostro territorio. Se poi la nostra iniziativa è corroborata da iniziativa di altri, ben venga perché credo che l’obiettivo di rilancio sia comune».
Industriali. Michelangelo Agrusti, presidente dell’Unione industriali, promuove l’impegno anche se crede che non ci si debba fermare qua.
«Apprezziamo l’impegno e questa ventata di orgoglio territoriale. Dalla politica si aspettano però scelte decise e risorse, ci si aspetta di verificare se le intenzioni si trasformano in fatti. E’ indubbio che sia più facile far passare una mozione che una delibera». Soprattutto, verrebbe da dire, una delibera in cui si assumono impegni economici.
Artigiani. Si dice soddisfatto il presidente di Confartigianato, Silvano Pascolo. «Fa molto piacere che ci siano documenti di intenti perché indicano che c’è una sensibiltà nei confronti del territorio per questioni che prima, francamente, non erano al centro dell’attenzione della politica. Questo fa piacere».
Le categorie «non hanno primogeniture da vantare in questo dibattito – prosegue Pascolo –, vogliamo garantire al territorio quello che gli spetta. Stiamo attraversando una crisi del manifattuiriuero più forte che in altre province, ma non dimentichiamo quello che Pordenone ha dato, per cui adesso è normale aspettarsi che il territorio venga aiutato. La mozione del consiglio regionale è l’esempio di un’unione che fa bene a tutti, speriamo sia un segnale vero di ritrovata attenzione verso un problema che non è solo dei rappresentanti della categorie. Questo territorio ha capacità, togliamo lacci e lacciuoli e lavoriamo tutti insieme, senza primogeniture».
Cooperative. Anche il mondo cooperativo approva. «E’ evidente che c’è soddisfazione per il fatto che si siano mossi tutti assieme perché qui non è una consuetudine – evidenzia il presidente di Confcooperative, Vincenzo Maiorano –. Che avvenga in questo periodo fa bene perché va di pari passo con l’iniziativa che stiamo portando avanti per cercare di stimolare il territorio. In attesa di declinare i contenuti, registriamo un approccio positivo, che speriamo non resti un caso isolato».
Agricoltura. Cesare Bertoia, presidente di Coldiretti, prova ad allargare l’orizzonte. «Trovo importante che si sia voluto fare un atto politico, però non parliamo più solo di Pordenone, perché il tema vero è il Nordest. Vogliamo essere protagonisti ancora, come in passato per poter dare un rilancio al Nordest e non solo alla nostra provincia. Piangerci addosso non serve, servono ottimismo e idee per fare qualcosa di positivo per le imprese: creando occupazione».
Commercio. Chi ha un approccio più critico è il presidente di Confcommercio Alberto Marchiori, che non manca di essere caustico. «Il fatto che siano tutti d’accordo mi riempie di gioia, ma mi pongo una domanda: quelli che hanno votato la mozione fino a oggi dove è stato? Sono usciti dal letargo? Trovo la soluzione tardiva. E’ necessario chiedere il riequilibrtio di ciò di cui Pordenone è stata scippata nel tempo», ma non più con un approccio che sappia di rivendicazione.
Pordenone – insiste Marchiori – non deve giocare al gioco del campanile ma deve avere una visione globalizzata nell’interesse generale della regione con criteri di buon senso, con una visione di insieme».
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