Belle su Fb, mani legate contro le foto “rubate”

Tuliozzi ( polizia postale) mette in guardia sui rischi di Facebook: chi condivide la sua immagine deve sapere che può essere usata per gli scopi più diversi

UDINE. «Senza una denuncia o senza l’intervento dell’autorità giudiziaria noi non possiamo fare niente». L’ispettore Romeo Tuliozzi, responsabile della polizia postale del capoluogo friulano, interviene così sul caso della pagina Facebook contenente una cinquantina di immagini di ragazze udinesi, la maggior parte delle quali minorenni.

A segnalare le foto al Messaggero Veneto era stata una mamma che ieri, da queste colonne, aveva denunciato la presenza, sul noto social network, della pagina “Le ragazze più belle di Udine”. «Dovete vedere – aveva denunciato la donna -. È pieno di immagini di ragazzine a disposizione di tutti». Sempre ieri, un’altra mamma, venuta a conoscenza del sito, ha scovato le foto di sua figlia. E in tanti, non solo le madri apprensive, hanno visto nella pagina un pericolo per la privacy delle giovani coinvolte.

Ma la normativa di Facebook in materia è chiara: superati i 13 anni è possibile iscriversi e, nonostante le maggiori restrizioni previste per i minori, si diventa automaticamente responsabili del proprio profilo e delle informazioni che si condividono. «Se un minorenne mette una propria immagine su Facebook tutte le persone a cui ha dato l’amicizia, così come gli “amici” di queste ultime, possono vederla», spiega l’ispettore Tuliozzi.

Ed è proprio usando la rete di amicizie costruite nel social network che l’amministratore della pagina (o come sembra più probabile l’amministratrice, ndr) è riuscito a creare una sorta di catalogo online dal titolo “Le ragazze più belle di Udine”. Ha agito “rubando” le immagini dei profili Facebook delle amiche o delle conoscenti. E così ha costruito un album con varie tipologie di ragazze (bionde, more, rosse e tinte) che sono ritratte negli atteggiamenti più diversi: in molte sorridono e giocano a fare le boccacce e, più di qualcuna, è alle prese con un cocktail.

Belle e ingenue. Perché chiunque sia iscritto a Facebook può vedere queste foto. E il rischio di visite indesiderate è alto. «Chi ha condiviso la proprio immagine probabilmente non è consapevole del fatto che questa può essere utilizzata da terzi per gli scopi più diversi», spiega ancora Tuliozzi. E aggiunge: «La normativa di Facebook prevede che per rimuovere una foto sia necessario completare un apposito modulo on line con la richiesta dell’interessato. Quindi, in questo caso, deve essere la ragazzina che di sua volontà ha messo quella foto in rete a chiederne la rimozione».

L’ispettore però tiene pure a precisare: «Questo fenomeno non mi stupisce: i genitori, che tanto si scandalizzano per questa pagina, sono i primi a postare le immagini dei loro figli su Facebook, anche se sono ancora neonati».

Insomma, secondo Tuliozzi, chi dovrebbe formare i minorenni a un uso consapevole dei social network è il primo alle volte a sbagliare. Ecco perché il responsabile della polizia postale vuole ripetere i consigli che dà negli incontri fatti con le scolaresche. «Le regole base da rispettare sono tre – spiega -: la prima è quella di chattare solo con persone conosciute. La seconda è di non condividere le proprie immagini. E, infine, bisogna tenere il computer in salotto o comunque in una stanza di passaggio per non perdersi nella solitudine di un mondo virtuale».

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