Bella stagione e il rischio della leishmaniosi: i consigli del veterinario per i nostri amici a quattro zampe

UDINE. La bella stagione è arrivata. Sole, lunghe passeggiate all’aria aperta ma anche tante insidie, che, proprio durante la primavera e l’estate, si diffondono maggiormente. I problemi parassitari non sono una novità. Sappiamo che pulci e zecche sono particolarmente attive con i primi caldi.
Oltre al potenziale danno dermatologico sul nostro pet, dobbiamo considerare anche il rischio di malattie infettive trasmesse da questi artropodi, senza scordare che l’animale può fungere da anello di una catena infettante che può toccare anche l’uomo.
Durante l’estate dobbiamo fare i conti anche con la sgradita presenza di zanzare e pappataci, che possono diventare molto pericolosi per i nostri amici a quattro zampe. Le zanzare, infatti, possono trasmettere la filariosi, che può colpire cani, gatti e altri animali domestici con conseguenze molto gravi.
"La filariosi cardio polmonare – chiarisce Paolo Tosolini, medico veterinario - è una parassitosi interna dovuta ad un Nematode (un verme), che, trasmesso dalla puntura di numerose specie di zanzare, va a localizzarsi nelle arterie polmonari del nostro cane causando gravi danni e anche un rischio per la vita dell’animale".
Ultimamente si sente molto parlare di una malattia nuova per la nostra aerea geografica: la leishmaniosi, che, secondo lo studio “Leishmania 2020”, condotto dall’Istituto superiore di sanità e dal dipartimento di medicina veterinaria di Napoli, si sta diffondendo anche nelle regioni del Nord Italia. Dall’indagine emerge la presenza di focolai anche il Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Piemonte.
La principale causa di questa espansione, secondo gli esperti, va ricercata nei cambiamenti climatici, che hanno portato all’innalzamento delle temperature. Questo ha reso, nel tempo, tutte le regioni italiane compatibili con la presenza di flebotomi, i vettori della patologia.
"Si tratta di una malattia protozoaria sostenuta da leishmania infantum, lo stesso protozoo che causa anche due malattie nell’uomo, la leishmaniosi viscerale (Kala-azar) e la leishmaniosi cutanea (bottone d’oriente) – spiega Paolo Tosolini -. Questo protozoo viene trasmesso dalla puntura di un piccolo insetto (flebotomo o pappatacio), che può infettare sia il cane che l’uomo. Il cane rappresenta il serbatoio d’infezione e in alcune aree d’Italia è un grave problema sanitario. L’insetto vettore (flebotomo) sembra essere il fattore limitante.
Ha una distribuzione irregolare sul territorio italiano e una maggiore concentrazione in alcune regioni (Sicilia, Puglia, Calabria, Lazio, Umbria, Marche, Toscana). Indubbiamente, i cambiamenti climatici stanno modificando la situazione e c’è la sensazione che si stiano sviluppando nuovi focolai anche in Nord Italia.
In realtà – aggiunge il veterinario - è un po’ difficile capire se questi nuovi casi siano effettivamente autoctoni, cioè dovuti a infezioni acquisite localmente, o se siano trapiantati, cioè acquisiti durante viaggi effettuati con il proprio cane in aree a rischio, visto l’aumento di mobilità che i cani hanno negli ultimi anni. Sta di fatto che ormai dobbiamo alzare la guardia anche nei confronti di questo potenziale pericolo".
Come difendere i nostri quattro zampe? La parola d’ordine è sempre la stessa: prevenzione. "Le strategie di difesa – evidenzia il veterinario - possono essere legate o all’uso di repellenti, che possano tenere lontani gli insetti dal nostro cane - e questa è la strada più seguita - o con l’uso di presidi immunizzanti (vaccini), che però hanno ancora un’efficacia modesta. Il consiglio è di consultare il vostro veterinario, che saprà aiutarvi nelle scelte più opportune".
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