BB e Chris, cuculi viaggiatori che riposano in Friuli

UDINE. Nel nostro caso BB non è, come potrebbero pensare coloro che sono nati prima della fine degli anni 60 del secolo scorso, il modo familiare per definire Brigitte Bardot, sogno erotico di tanti adolescenti in un periodo storico che pare ormai preistoria, bensì un uccello.
Un Cuculo, per essere precisi, quello che è protagonista della celebre filastrocca musicale per bambini che dice: «Cucù - Cucù. Cucù - Cucù. L’aprile non c’è più. E’ ritornato maggio al canto del Cucù».
Il nome BB gli giunge dalla rivista ornitologica British Birds, un periodico fondato addirittura nel 1907 e che oggi sponsorizza le ricerche sulle migrazioni attraverso i nuovi ritrovati della tecnologia.
Il che dà immediatamente la misura di come le scienze naturali e, fra queste, l’ornitologia, abbiano profonde e diffuse radici nella società del Regno Unito.
Perché ce ne occupiamo, dunque, in un quotidiano locale del Friuli Venezia Giulia? Per il semplice motivo che da ben tre anni BB, così come un suo consimile, tale Chris, fa una lunga sosta nel suo viaggio di migrazione annuale dalle nostre parti.
In questi ultimi giorni BB si trova nella zona di Codroipo, mentre Chris - come vedremo poi - è un po’ più a Sud, nel Basso Veneto.
Come sappiamo queste cose? Per il semplice fatto che BB, così come Chris, è dotato di uno strumento straordinario, un "Tag" satellitare con il suo pannello fotovoltaico per la ricarica delle batterie, che è in grado di trasmettere via satellite sia la posizione dell’uccello a cui è stato applicato, sia di dirci cosa sta facendo il pennuto.
Lo strumento è applicato da uno degli esperti del Bto (British Trust for Ornithology ovvero Fondo britannico per l’ornitologia) che ne segue oltre venti esemplari.
Questa specie ornitica, che la Natura traveste da sparviero, il feroce rapace di cui il cuculo imita la livrea, è da sempre al centro della curiosità degli ornitologi di tutto il mondo e britannici in particolare.
Ciò non solo per le curiose abitudini ben note di deporre l’uovo nel nido di altri uccelli, talvolta adeguando il colore del proprio uovo a quello che caratterizza il nido ospite, ma anche per le caratteristiche e la lunghezza del suo viaggio migratorio, che ha del prodigioso dato che porta questo uccello addirittura ad attraversare il Sahara "senza scalo".
In più, il Cuculo è un migratore in forte declino nel Regno Unito avendo subito un inspiegabile calo del 50% in 25 anni.
«Fino a 3 anni fa si sapeva pochissimo di questa specie avifaunistica e della sua migrazione» dice Paul Tout, già docente di Sistemi Ambientali al Collegio del Mondo Unito di Duino Aurisina e appassionato ornitologo, che possiamo definire “irlando - britannico - triestino”, dato che da diversi anni, ormai, vive a Malchina sul Carso triestino.

«Un unico cuculo, inanellato in un nido di ballerina bianca in Inghilterra nel 1928 - ci riferisce Paul -, fu rinvenuto in Camerun nel gennaio del 1930. Pensa che milioni di ore sono state spese da ricercatori britannici, nel 20° secolo, per inanellare decine di milioni di uccelli con un tasso di recupero che va dal 33% per uccelli grandi come il Cigno Reale, al 5, massimo 10% per un gabbiano o germano. Per non parlare di uccelli di gran lunga più piccoli, come il Prispolone o il Forapaglie Macchiettato il cui tasso di ricattura si attesta su di un solo, unico esemplare su ben 2.500 inanellati».
Insomma, un lavoro certosino, con esiti di gran lunga inferiori all’impegno occorso per ottenerli. Tutto è, però, cambiato un paio di anni fa grazie alle nuove tecnologie che sono state inizialmente applicate ad uccelli grandi come l’Avvoltoio Grifone o l’Aquila, ma col tempo e la miniaturizzazione, anche ad uccelli del peso di poco superiore a un etto, proprio come il nostro Cuculo.
Il tag satellitare di cui è stato munito pesa solamente 5 grammi, compresa l’imbragatura con cui è attaccato alla schiena del volatile come fosse uno zaino, e il mini pannello fotovoltaico che assicura il rifornimento di energia.
«Ogni giorno o due, se le batterie sono cariche - spiega Paul Tout - l’apparecchiatura chiama il satellite per il monitoraggio ambientale Argos al momento del suo passaggio nei cieli sopra la terra e gli trasmette i dati relativi alla posizione del Cuculo con i dettagli della temperatura corporea che, come detto, determina se l’animale è a riposo, se vola oppure se è morto».
Attualmente sono una ventina i Cuculi vivi, marcati e in attività di migrazione - compresi appunto BB e Chris - che vengono costantemente tenuti sotto osservazione.
«Chris - dice Paul Tout - potrebbe essere addirittura definito un Cuculo Highlander, data la sua longevità e la pervicace sopravvivenza al duro e selettivo volo migratorio. Questo è infatti il suo quarto viaggio verso l’Africa. Chris porta un tag datato giugno 2011 e in questi giorni si trova nei pressi di Lendinara, in provincia di Rovigo».
«BB è invece, come detto - prosegue Tout -, fra Spilimbergo e Codroipo, zona che deve essergli particolarmente piaciuta, visto che vi ha sostato ogni anno da quando è stato munito del tag rilevatore. In quest’occasione ha lasciato un po’ in ansia i ricercatori perché per una decina di giorni non ha dato notizie di sé».

«Probabilmente - spiega Paul – a causa della fitta presenza di pioppeti ombrosi, il pannello fotovoltaico non ha potuto ricaricare efficacemente la batteria. Tuttavia, non appena c’è riuscito, ha finalmente fornito il dato tanto atteso: BB è appunto Codroipo, ancora una volta».
Scherzando, potremmo azzardare l’ipotesi che i Cuculi stiano facendo del “turismo sessuale”. Tutti sanno - infatti - che la femmina del cuculo depone nei nidi di altri uccelli. A essere di solito parassitati dal Cuculo, da noi in regione, sono i nidi di Cannaiola e Cannareccione in laguna, di Ballerina Bianca e Codirosso in pianura e di Prispolone e Spioncello in montagna.
«Fino a questo studio - aggiunge Paul Tout - non sapevamo quanto breve fosse la durata della permanenza nel Regno Unito: appena sei o sette settimane. Poco più di una vacanza lunga a scopo riproduttivo a spese di altri, cioè gli uccelli di altre specie che trovano nel proprio nido l’uovo del Cuculo e lo covano come quelli propri, per poi vedere il piccolo Cuculo, appena nato, "sbatter fuori di casa" gli originari ospiti del nido e restare lui solo a ricevere le cure parentali dei genitori adottivi. Appena finita la riproduzione la stragrande maggioranza dei Cuculi inglesi vola verso sud-est per riprendersi dalle fatiche che questa attività comporta e ingrassarsi nei boschi ripariali dell’Italia settentrionale».
Compreso il nostro cuculo BB che ogni anno sceglie la regione Friuli Venezia Giulia prima di fare il grande salto oltre il Sahara in un unico, lunghissimo volo per poi fermarsi di solito nel sud del Sudan, sul bordo meridionale del deserto, dove nei mesi di luglio-agosto piove, tutto è verde e il cibo è abbondante.
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