«Basta con i Rambo: chi frequenta le pozze dell’Arzino sia più prudente»

Tre interventi di soccorso in un mese, l’allarme di Peresson «Godiamoci le bellezze in pace, senza correre rischi inutili»

vito d’asio

È polemica in Val d’Arzino per il massiccio intervento di soccorritori nell’ennesimo recupero, martedì scorso, di una bagnante rimasta intrappolata nelle acque del torrente, a Cerdevol Curnila, località fra Pielungo e San Francesco.

Quanto basta per scatenare la bufera tanto più che che quello di martedì scorso è il terzo di quest’anno, gli altri si sono verificati il 13 luglio e l’8 agosto e tutti sono riconducibili alla mancanza di prudenza delle persone nell’affrontare ambienti come questi.

A lanciare un monito, facendosi portavoce del malumore dei concittadini dalla molto “letta” pagina Facebook “Amici della Val d’Arzino” (conta oltre 21 mila follower) è il suo ideatore e gestore Maurizio Peresson: «Non è accettabile che, soprattutto in questo periodo, mediamente ogni due settimane, sia richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, degli esperti gruppo speleo-alpino-fluviale o addirittura dell’elisoccorso, perché l’avventatezza di qualcuno mette a repentaglio la propria e altrui vita – scrive Peresson –. Sinora, solo la prontezza e professionalità delle strutture di soccorso e una buona dose di fortuna, hanno impedito che ci scappasse il morto che, peraltro, si è avuto più volte in passato. Quindi occhio ai pericoli e godiamoci le bellezze dell’Arzino in santa pace, senza correre (e far correre) inutili rischi». Il messaggio quindi è chiaro: basta Rambo sull’Arzino e più prudenza da parte dei bagnanti.

Un pensiero, quello di Peresson, condiviso anche dal referente del Movimento tutela Arzino Dario Tosoni, che mette inoltre subito a tacere le polemiche suscitate da chi ritiene deleteria la sovraesposizione mediatica del torrente: «Le sponde dell’Arzino, specialmente negli ultimi anni, sono prese d’assalto e si spera che il buon senso prevalga su tutto per non udire il suono delle sirene dei soccorritori. Ma attribuire la colpa dell’affollamento delle “spiagge” dell’Arzino alla campagna mediatica che c’è stata per la sua promozione mi pare fuori luogo. È proprio grazie al riconoscimento internazionale che ha avuto l’Arzino, eletto a pieno titolo come la più bella zona di balneazione nelle Dolomiti, che siamo riusciti a scongiurare il rischio proprio a Cerdevol Curnila di veder sorgere una centrale idroelettrica» aggiunge Tosoni, che sulle pagine social del gruppo “Amici del torrente Arzino” ha pubblicato una foto mettendo in evidenza l’area di Curnila da evitare per i potenziali pericoli che può riservare «perché lì la corrente è forte e non riesci a risalire. In tutto il resto il bagno è possibile e lo si fa da sempre». –



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