Barche dimenticate in porto, Grado non riesce a cacciarle

GRADO. Il porto, cuore pulsante di Grado, da qualche anno è sottoposto a critiche sia per il mancato afflusso di nuovi diportisti, sia perché ce ne sono altri che hanno ormeggiate le loro barche e non le muovono mai. Una “sosta operativa” da anni, oltre alla polemica per la sporcizia del porto.
C’è poi il problema dei fanghi che, in parte, saranno risolti dopo il sollecito del Comune alla Regione che ha già stabilito di effettuare prossimamente un intervento di dragaggio. Sui moli pericolanti, invece, non si sa ancora nulla, nel senso che non è stata ancora presa alcuna decisione.
Una di queste problematiche è “sbarcata” in Consiglio comunale: quella di liberare il porto da quelle barche, ormeggiate in porto da anni, i cui proprietari nemmeno fanno uscire saltuariamente per un giretto.
Questa volta è il neoconsigliere Renato Bonaldo della civica “Grado Domani” ad affermarlo, seguendo in pratica gli obiettivi che da anni più di qualcuno (il Comune in primis) sta cercando di ottenere, sino ad oggi ancora senza alcun risultato.
Un problema che si può risolvere solo davanti alla scadenza della concessione alla Lega Navale di Grado (fissata nel 2020), oppure offrendo un’alternativa per gli approdi (la possibilità con la variante al piano dei porti è però sotto “esame” della Procura).
«Fatto salvo l’insindacabile e imprescindibile diritto dei pescatori gradesi – afferma Bonaldo - e di chi opera nella nautica a servizio del turismo, di ormeggiare in porto, ritengo che si debba “liberare” il porto da tutte quelle barche che ormeggiano, o meglio giacciono senza vedere il mare da anni».
Un tanto Bonaldo lo afferma evidenziando che rilanciare il porto equivale a rilanciare l’economia turistica. «Un’opportunità per tutti i gradesi che si deve cogliere», aggiunge ancora l’esponente di “Grado Domani”. In tutte le località turistiche di mare, sia italiane sia straniere, il porto è il cuore pulsante, nonché la “piazza” principale, dove si sviluppa l’attività e quindi dell’economia delle stesse.
E a Grado si tratta proprio di un vero cuore in quanto il mandracchio è incastonato nel centro della città. Sarebbe un bel vedere, dicono gli operatori, ma se fosse costantemente tenuto pulito, cosa facile da dire ma difficile da realizzare per questioni di competenze.
Ci pensa saltuariamente la Lega Navale, talvolta se ne è occupato il Comune ma con il gioco delle correnti e con quanto viene assurdamente e incivilmente gettato in mare, oltre naturalmente alle alghe che non mancano mai, la pulizia dovrebbe essere costante.
Proprio recentemente alcuni pescatori hanno recuperato una bicicletta che stava sul fondale da chissà quanti anni. Ma chissà quante altre ce ne sono.
Sotto l’aspetto turistico, però, il porto oggi è davvero poco valorizzato ma ci sono problemi che, come quelle evidenziati da Bonaldo, non sono per nulla facili da risolvere, senza contare la nota questione delle “batele” che ha fatto inviperire tante persone (i pescatori con licenza di pesca o partita iva oggi sono rientrati nel mandracchio, ma gli altri no e certi moli sono sempre desolatamente vuoti anche a causa dell’attesa del dragaggio dei fanghi).
E così con il suo intervento pubblico, il consigliere di “Grado Domani” invita pubblicamente la giunta comunale ad attivarsi per rendere appetibile ai turisti della nautica il porto, ampliando l’area a servizio degli stessi e incentivando l’affluenza con prezzi concorrenziali.
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