“Banda dei predoni” alla sbarra Il pm: «Condannateli a 35 anni»

Pasiano, la pena più pesante al cinquantenne di Rivarotta ritenuto il “capo” del gruppo criminoso. In cinque, con le rapine in casa, hanno seminato il panico in diverse località tra Veneto e Friuli

PASIANO. Oltre 35 anni di carcere di condanna complessivi, per i 5 imputati (tra i quali un 50enne di Rivarotta di Pasiano) della “banda delle rapine in villa”, sotto processo all’aula bunker di Mestre, per associazione per delinquere, tentato omicidio, tentata rapina e porto abusivo di armi.

Ieri, il pubblico ministero Lucia D’Alessandro - al termine di una requisitoria molto lunga, durata l’intera giornata - ha formulato le sue richieste di condanna: 6 anni e 4 mesi e 1000 euro multa per Eduart Arapi Mastrangioli, 32 anni (difeso dall’avvocato Mauro Serpico, l’unico al quale l’accusa ha riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, perché ha ammesso le sue responsabilità nelle rapine, pur negando sempre associazione e tentato omicidio), poi 7 anni e 8 mesi e 2 mila euro di multa per Edouard Lufi, (25 anni, Cessalto), Ledjan Lugja, 32 anni, 7 anni e 2 mila euro di multa.

Infine, per i due cugini Corrado e Massimo Di Giovanni (30 e 50 anni, di Ponte di Piave e Rivarotta di Pasiano, accusati di essere i promotori dell’associazione), la pm D’Alessandro ha chiesto una condanna a 7 anni e 10 mesi e 2 mila euro di multa. Prossima udienze il 16 e 23 maggio per le difese (gli avvocati Serpico, Pinelli, Speranzon, Bevilacqua), replica dell’accusa e probabile sentenza il 28 maggio.

La prima accusa, per tutti, è di associazione per delinquere e tentato omicidio dell’imprenditore di Belfiore di Pramaggiore Graziano Zucchetto, 45 anni, titolare della Emac srl di Sesto al Reghena; ai cinque viene contestata anche la rapina ai danni dello stesso imprenditore, il 16 febbraio 2012, e porto abusivo di armi. Quella sera tre banditi fecero irruzione nella villa dove c'erano l'imprenditore e la moglie. Al grido di «Questa è un rapina, portaci alla cassaforte», i malviventi riuscirono ad arraffare gioielli e preziosi orologi Rolex che l'imprenditore teneva nella cassaforte. Nella fuga fu sparato anche un colpo di pistola che ferì di striscio l'imprenditore.

Il terzo capo di imputazione riguarda ancora i tre albanesi e i due cugini italiani, accusati della tentata rapina, il 20 marzo 2012, ai danni dell’imprenditore di Pasiano Silvio Isola, 70 anni, titolare della Saca Industrie; a Lufi, Mastrangioli, e ai cugini Di Giovanni viene addebitata anche la tentata rapina ai danni di Alberto Maronese, il 17 marzo 2012 a Mansuè e, di conseguenza, il porto abusivo di armi. Solo i tre albanesi, inoltre, sono accusati di porto abusivo di armi, fatto accertato a Meolo quando vennero arrestati in autostrada, il 23 marzo scorso, mentre stavano per eseguire un sopralluogo per un sequestro progettato.

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