Banca di Vicenza, richiesti sequestri per 400 milioni

Il giudice esclude dal processo chi ha transato. E in aula le difese contestano la decisione di Roma su Intesa San Paolo

INVIATA A VICENZA. Sequestri per 400 milioni di euro quelli complessivamente chiesti dalle parti civili nei confronti degli ex vertici BpVi. Ieri nel corso dell’udienza preliminare in tribunale a Vicenza sono state depositate le istanze di cinque legali per una cinquantina di milioni e altre verranno presentate nei prossimi giorni in cancelleria (tra cui quella da 352 milioni dello studio Calvetti) per un importo totale che sfiora il mezzo miliardo.

Insieme alle richieste di sigilli, sono state avanzate dai legali degli ex soci le chiamate in causa dei responsabili civili: non solo Intesa San Paolo, ma anche Popolare di Vicenza, Banca d’Italia e Consob. Il gup Roberto Venditti si è riservato: la decisione verrà comunicata giovedì.

Ammissione per tutti i reati. Intanto, ieri, il giudice si è pronunciato sull’ammissione delle 5 mila parti civili consentendo la costituzione per tutti i reati contestati agli imputati: aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto. La decisione del gup berico coincide con quella del gup romano Lorenzo Ferri, competente per Veneto Banca.

Fuori chi ha transatto. Su un altro punto c’è invece una sostanziale differenza nelle ordinanze dei due magistrati. Quello vicentino ha deciso infatti di non ammettere al processo i risparmiatori che hanno transatto, una sessantina complessivamente. L’accordo con BpVi scaduto il 28 febbraio 2017 prevedeva la rinuncia ad azioni giudiziarie da parte di chi accettava i rimborsi.

Pertanto «l’espressa rinuncia a qualsiasi azione risarcitoria nei confronti dell’istituto di credito, dei suoi amministratori o dipendenti determina il venir meno dello stesso diritto al risarcimento del danno e conseguentemente la perdita di legittimazione ad agire nel processo penale», ha scritto Venditti nell’ordinanza.

Gli altri esclusi. Escluse anche alcune associazioni tra cui “Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza”. Questo perché il gruppo è nato successivamente ai fatti contestati. «Dispiace, ma la sostanza non cambia visto che i risparmiatori sono ammessi come singoli», ha commentato il responsabile Luigi Ugone. Estromessi il Comune di Schio, il Movimento Difesa del Cittadino Friuli, l’Unione Nazionale Consumatori, il Comitato del Veneto dell’Unione Consumatori, la Camera di Commercio di Padova. Altri gruppi su cui erano state sollevate eccezioni, come CittadinaAttiva, potranno invece partecipare.

Niente danni a BpVi. Il gup ha stabilito che la costituzione di parte civile non può essere fatta nei confronti dell’ex direttore generale Samuele Sorato la cui posizione è stata stralciata per motivi di salute e dell’ex BpVi in quanto dei reati (e dei relativi risarcimenti) rispondono le persone fisiche. La banca è invece persona giuridica «e nel procedimento risponde per omessa o insufficiente predisposizione di un sistema organizzativo idoneo a prevenire i reati».

Battaglia su Intesa. La decisione più attesa del gup vicentino è quella di giovedì prossimo su Intesa, dopo che Roma ha autorizzato la sua chiamata quale responsabile civile. Ieri in aula l’avvocato di BpVi, il professor Francesco Mucciarelli, ha duramente contestato l’ordinanza di Roma considerandola un’aberrazione a livello di diritto. E su Banca d’Italia è stata invece la Procura a sostenere che non può essere responsabile civile.

Stato di insolvenza. Sempre giovedì prossimo si tiene l’udienza davanti al giudice civile di Vicenza per l’istanza sullo stato di insolvenza avanzata da un gruppo di risparmiatori guidati dallo studio Fadalti. Anche la Procura con i pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori potrebbe chiedere a breve lo stato di insolvenza. Prima però intende completare gli accertamenti sulla effettiva entità dei crediti deteriorati, per capire la dimensione del patrimonio di BpVi.
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto