Azienda contribuisce a pagare le patenti pur di trovare autisti

UDINE. Non più giovani e sempre meno. Gli autisti in forze alle aziende di autotrasporto in conto terzi - 2.477 in Fvg di cui 1.697 artigiane - iniziano a scarseggiare. Difficile trovare tra le file dei più giovani chi vuole intraprendere questo mestiere. Remunerativo sì, ma ricco di sacrifici. A partire dal costo delle patenti, che viaggiano intorno ai 4 mila euro, per arrivare agli oneri “quotidiani”: tante ore passate in strada e intere serate di trasferta fuori casa. Messi sul piatto pregi e difetti, la bilancia pende a favore dei secondi e nonostante il bisogno di lavoro i più giovani scelgono altre strade. Stando così le cose, per le aziende è sempre più difficile garantire il turnover.
Lo denuncia, forte di un’indagine condotta dall’Api Fvg, il presidente del gruppo trasporti e logistica Bernardino Ceccarelli che nella sua azienda di viale Venezia a Udine, pur di reclutare nuove leve, ha deciso di compartecipare alle spese per le patenti: «Abbiamo contattato le autoscuole e chiesto loro di segnalarci ragazzi in gamba che dovessero intraprendere il percorso per ottenere le patenti di guida. Se si tratta di persone motivate, formate e capaci, siamo disposti a farci carico di metà delle spese».
Il gesto rende bene la difficoltà di reclutamento di nuovo personale. L’80% delle aziende chiamate in causa dall’Api (con almeno 20 addetti muniti di patente C) oggi è a corto di conducenti e non ne trova. L’età media di quelli in servizio si attesta intorno ai 50 anni, giovani non se ne vedono. Sarà che sono meno disposti ai sacrifici che il mestiere impone, a eseguire trasferte con una o più notti fuori casa, a sostenere il costo delle patenti (da C in su) che si attestano intorno ai 4 mila euro e oltre. Nemmeno il personale estero basta ormai a garantire il turnover, anche perché la disponibilità degli autisti stranieri è andata diminuendo negli anni.
«Sa perché non riceviamo più i loro curriculum? Perché hanno trovato lavoro a casa loro. Le Nazioni dell’Est Europa hanno triplicato le proprie flotte, con il sostegno dei rispettivi Governi che a differenza (storicamente) dei nostri, hanno visto nell’autotrasporto un’importante leva per la crescita del Pil – aggiunge Ceccarelli –. Lancio questo messaggio sperando che qualcosa si metta in moto perché il problema esiste ed è grave: rischiamo in beve tempo di ritrovarci senza chi consegna le merci».
Eppure il parco veicolare in Fvg è aumentato. A fine 2016 contava un milione 28 mila mezzi industriali, 12 mila in più rispetto all’anno precedente. Per Api è sintomo della moderata ripresa registrata in quell’anno e ha certamente contribuito a generare una maggiore domanda di personale conducente da parte delle imprese, dopo anni di recessione. All’appello hanno risposto soprattutto autisti anziani. Spesso ex “padroncini” (lavoratori autonomi) che a causa delle difficoltà del mercato hanno cessato l’attività e sono in cerca di un’azienda in cui concludere la “carriera”.
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