Avvocato e carabiniere erano finti, le telefonate da Napoli e il complice in taxi: così in Friuli hanno truffato decine di anziane

Udine, resta in carcere l’uomo che si presentava alla porta per riscuotere 8 mila euro per le spese legali
Luana De Francisco
Ancora una truffa ai danni di persone anziane (foto d'archivio)
Ancora una truffa ai danni di persone anziane (foto d'archivio)

UDINE. Nati tra il 1930 e il 1940, talvolta anche il 1950, muniti di telefono fisso e con casa entro un “comparto abitativo” diverso a ogni nuova incursione: l’identikit degli anziani che una coppia di campani puntava a truffare, in Friuli e non solo, rispondeva a questi pochi ma preziosi requisiti.

Una modalità criminale tanto rodata, quanto sfacciata, quella che Alessandro Buonavoglia, 47 anni, insieme a un complice che, da Napoli, zona parco di Capodimonte, gestiva la regia delle operazioni fuori sede, aveva messo a punto in chissà quanti mesi di attività.

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Il monitoraggio dei suoi movimenti era cominciato lo scorso agosto, dopo che alcune telecamere di sorveglianza lo avevano immortalato in occasione dell’ennesima truffa denunciata in regione.

E sono state proprio le indagini condotte da quel momento dagli agenti del Commissariato di polizia di Cividale e dai carabinieri del Norm di Palmanova a permettere di stringere il cerchio e arrestarlo in flagranza di reato, giovedì, a Buja.

Dove, come almeno in altre due occasioni, tra quello e il giorno prima, e nel corso delle sue precedenti trasferte in provincia di Udine (dove arriva in treno e si fermava per due o tre giorni a settimana), aveva recitato la parte dell’avvocato.

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L’altro, allo stato sconosciuto, contattava telefonicamente le ignare vittime, presentandosi come un carabiniere, prospettando il coinvolgimento di un parente in incidenti mai avvenuti e indicando in 7 o 8 mila euro la somma necessaria a evitargli il carcere, e lui suonava il campanello e riscuoteva le somme, anche sotto forma di gioielli.

Un gioco da ragazzi, considerato che a subire i contraccolpi dello choc della notizia e a ritrovarsi subito dopo uno sconosciuto davanti alla porta di casa erano over settanta, ottanta e anche novanta.

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Ancora una truffa a danno di persone anziane (foto d'archivio)

Non a caso, nell’ordinanza con cui, lunedì, il gip del tribunale di Udine, Mariarosa Persico, ha convalidato l’arresto e applicato all’indagato la misura della custodia cautelare in carcere, si parla di «sfrontatezza» dell’azione e di «serrata attitudine alla commissione compulsiva di truffe».

È lo stesso provvedimento a ricostruire il modus operandi, così come riscontrato dagli investigatori e confluito nel fascicolo processuale, quantomeno per i tre episodi contestati dalla Procura e commessi ai danni di una 87enne di Pagnacco, il 25 ottobre, e di una 73enne e una 78enne di Buja, la mattina successiva.

Tutto comincia dalla telefonata. All’altro capo, a Napoli, c’è un uomo che, fingendosi ora carabiniere della stazione di Feletto Umberto, ora maresciallo di quella di Buja, racconta la storia del finto incidente.

Buonavoglia, intanto, chiama un radiotaxi (altre volte si affida all’autonoleggio) e, dall’albergo dove alloggia a Pradamano - lo stesso in tutte le trasferte -, si fa portare all’indirizzo della malcapitata.

Che, in stato confusionale, anche per i numeri che le viene detto di annotare onde chiedere e ottenere la restituzione dei monili, consegna al truffatore quel che le viene chiesto.

Una modalità organizzativa «seriale e assai incisiva», scrive il giudice nell’ordinanza. Ricordando peraltro come, nel caso dell’87enne, che vive in una villa, Buonavoglia si fosse presentato proprio nell’ora di assenza delle due badanti, riuscendo in tal modo a farsi aprire entrambe le casseforti presenti in casa e facendosi così consegnare, oltre a 500 euro in contanti, gioielli e altri preziosi per un valore stimato tra i 200 e i 300 mila euro.

In uno degli episodi osservati durante l’attività di monitoraggio, lo stesso indagato si era recato a un indirizzo sbagliato, a Manzano, in quanto ancora segnato sugli elenchi telefonici, salvo poi chiedere al tassista di direzionarsi verso quello nuovo, prontamente riferitogli al telefono dal complice, spacciato per la zia che lo aggiornava in presa diretta del cambio di residenza.

È stata l’attività congiunta di polizia e carabinieri a porre fine alle scorribande e restituire un po’ di serenità alla popolazione anziana del territorio. Muniti di decreto di perquisizione, gli inquirenti hanno atteso il ritorno di Buonavoglia in hotel e lo hanno arrestato per l’ipotesi di reato di truffa aggravata.

Nella stanza, sono stati trovati 1.770 euro e parte della refurtiva. In udienza, l’indagato, difeso dal proprio avvocato di fiducia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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