Avvistamenti in Cansiglio Dopo i lupi ecco le aquile

Dopo gli scatti che nel 2017 hanno consentito di documentare il ritorno del lupo e del gatto selvatico, ecco ora due nuovi straordinari avvistamenti immortalati in Cansiglio dalle fototrappole collocate dall’Associazione naturalisti di Sacile. Questa volta nelle registrazioni video diurne compaiono addirittura due aquile reali, femmina e maschio.
Una coppia che testimonia la presenza nell’area a cavallo tra le province di Pordenone e Belluno del più maestoso e affascinante tra gli uccelli rapaci. Non a caso si tratta dell’animale più utilizzato nella storia della simbologia umana: emblema di grandezza, forza e fierezza, grazie alla vista acutissima, alla capacità di volare ad altezze inaccessibili, alla velocità con cui si lancia in picchiata per raggiungere le prede. Al giorno d’oggi poter documentare la presenza dell’aquila reale nei nostri territori offre nuovi, importanti elementi di studio per i faunisti, oltre a rappresentare un segnale confortante dal punto di vista ambientale, confermando ancora una volta la biodiversità del Cansiglio. Un patrimonio che va conservato e valorizzato.
L’obiettivo indicato dal presidente Mario Fregoli era quello di studiare nell’arco di un intero anno il comportamento di cervi e daini, andando così alla scoperta della biodiversità racchiusa in quella che è una piccola porzione (Cornesega, Val Menera) della vasta foresta del Cansiglio. «Questa straordinaria e faticosa avventura sta volgendo al termine: con maggio infatti si chiuderà l’anno – spiegano gli esponenti dell’associazione –. Potremmo dire “da Bambi a Bambi”. Aprile e maggio sono infatti i mesi stabiliti da madre natura per il parto dei cuccioli di cervo e daino. È anche il titolo del nostro videolavoro più volte presentato al pubblico e continuamente aggiornato. Da giugno siamo saliti 54 volte in Cansiglio. Ogni volta è una bellissima camminata di 3 ore con sempre nuove emozioni e aspetti nuovi su cui riflettere. In questo lasso di tempo siamo riusciti a studiare il comportamento sociale di cervi e daini. Abbiamo “fototrappolato” scoiattoli, martore, puzzole, lupi, gatti selvatici, lepri, picchio nero e rosso, poiana, sparviero, e tantissimi altri uccelli. Ora anche l’aquila reale. Una bellissima coppia con un’ apertura alare pazzesca. Un incontro fortunato considerato il fatto che non usiamo mettere esche davanti alle fototrappole. Il classico ago nel pagliaio».
Il filmato è stato fatto esaminare dell’esperto faunista Antonio Borgo: «La scena, inquadra una femmina che fa scattare la fototrappola quando smette di mangiare e si alza di un metro, in una posizione probabilmente più adatta al successivo involo. Il maschio arriva sulla preda e si capisce benissimo che è sul cibo da come ruota il corpo facendo perno sulla zampa con cui ha artigliato la carcassa. È tipico che il maschio arrivi sulla carcassa appena la femmina la “libera”. L’ordine gerarchico del pasto nella coppia è sempre a favore della femmina, che mangia prima. Anche alla fine della sequenza si capisce che il maschio, fuori campo, sta mangiando». Le aquile cacciano spesso in coppia, quando l’obiettivo sono prede grandi (ad esempio il capriolo adulto) o quando gli attacchi in serie sono utili a distrarre e sorprendere la preda (lepre o volpe). Se poi uno dei due rapaci, da solo, prende una preda abbastanza grande, il cibo viene condiviso. «In estate – aggiunge Borgo – la caccia in coppia è meno necessaria, perché più frequenti sono le prede piccole. Probabilmente si è trattato di una predazione di un animale di un certo peso, ad esempio un daino o una bella lepre, entrambi frequenti in quella zona. Al banchetto, come risulta dai filmati, hanno partecipato anche corvi e gazze ladre, sempre dando la precedenza alla “regina” e al “re” dei cieli.
Un altro colpaccio è stato riuscire a immortalare in un filmato la puzzola, molto difficile da “fototrappolare” perché il pelo spesso bagnato sfugge ai sensori. Si nutre di notte, ha un carattere schivo, tende a rimanere nascosta e isolata. Se minacciata è molto aggressiva e si difende anche con la sua “arma” tipica: il liquido, molto puzzolente. I video sono stati già visionati e confermati da Luca Lapini, zoologo del Museo friulano di storia naturale, e dall’esperto naturalista Mauro Caldana. «Speriamo che questi avvistamenti e l’impegno portato avanti per dare risalto alla biodiversità del Cansiglio contribuiscano a tenere alto il livello di attenzione su questa straordinaria area naturalistica e sull’importanza di una sua adeguata tutela» conclude il vicepresidente dell’associazione sacilese Alfredo Marson.
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