Autostrade, un polo del Nordest per stoppare gli spagnoli

Abertis vuole la Brescia-Padova che però punta all’unione con Autovie e Cav. La società regionale accelera le procedure per il progetto di fusione
Udine 31 agosto 2013.Autostrada A 4 Bollino Rosso..Chiuso l'ingresso Udine SUD direzione Trieste..Nella foto la coda dell'autostrada A23 dir Sud vista dal cavalcavia di via Rinaldo Cogolo, Terenzano..© Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone
Udine 31 agosto 2013.Autostrada A 4 Bollino Rosso..Chiuso l'ingresso Udine SUD direzione Trieste..Nella foto la coda dell'autostrada A23 dir Sud vista dal cavalcavia di via Rinaldo Cogolo, Terenzano..© Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone

UDINE. Progettare il polo autostradale del Nordest tra Autovie Venete, Cav (Concessionarie autostradali venete) e Brescia-Padova. Anche per stoppare la conquista del mercato da parte degli spagnoli di Abertis. Il progetto di fusione dev’essere pronto entro giugno. A realizzarlo è l’advisor Kpmg.

Il lavoro procede a ritmo sostenuto. Fosse per il leghista sindaco di Verona Flavio Tosi – presidente della Brescia-Padova controllata dalla società A4 Holding – sarebbe anche già chiuso, perché lui vuole accelerare. Autovie procede come da programma e la prova viene anche dall’impegno avviato in queste settimane per “pesare” il valore del personale della concessionaria regionale.

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I sei direttori di Autovie e i 23 dipendenti che hanno il ruolo di “posizioni organizzative”, cioè i quadri della società, vengono valutati, anche attraverso interviste vis-à-vis, per dettagliare l’organizzazione della società e le diverse aree operative in cui è impostata.

Un’attività portata avanti perché funzionale a capire quanto vale Autovie e come arrivare alla fusione. Fusione sposata anche dai presidenti del Fvg, Debora Serracchiani, e del Veneto, Luca Zaia. In mezzo, però, c’è più di un ostacolo.

Il primo si chiama Sblocca Italia. È la legge del novembre 2014, voluta dal Governo di Matteo Renzi e approvata dal Parlamento, che consente di prorogare la scadenza delle concessioni autostradali in cambio di lavori di potenziamento delle infrastrutture e dell’unificazione di tratte contigue o complementari per la loro gestione unitaria. Le fusioni, appunto.

È in base a quelle norme che il Governo Renzi ha presentato all’Unione europea la richiesta di proroga delle concessioni autostradali per il Gruppo Gavio, l’Autobrennero e Autovie, cui l’Anas ha dato in gestione l’A4 fino al 2017, proponendo all’Europa di poter arrivare al 2038.

Ma il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, ha messo in discussione quella norma e proprio lunedì, in audizione alla Camera, ha anche proposto di farla decadere. La risposta arriverà dal Governo e dal ministro Maurizio Lupi, ma certo al momento rallenta le unioni.

Il secondo ostacolo è la scadenza del Cda di Autovie che a giugno chiuderà il proprio impegno per essere rinnovato entro ottobre. L’attuale consiglio, presieduto da Emilio Terpin, vedrà il progetto di fusione proposto da Kpmg, ma di sicuro non lo approverà. Un atto di tale rilevanza non potrebbe vedere l’ok da parte di una Cda in scadenza. La luce verde all’eventuale fusione, quindi, non arriverà prima della fine dell’anno.

Il terzo ostacolo si chiama Abertis e s’intreccia, pericolosamente, con il Cda di Autovie in scadenza e con la voglia di accelerare di Tosi. Intesa Sanpaolo controlla il 51 per cento di A4 Holding e da mesi lavora alla vendita delle quote. Una cessione che la Banca ha intavolato con Abertis, il colosso spagnolo delle telecomunicazioni e delle infrastrutture di trasporto.

La trattativa va avanti da mesi e vale circa 600 milioni, ma soprattutto consentirebbe agli spagnoli di entrare nel mercato italiano delle autostrade, obiettivo cui Abertis punta da un decennio. La Brescia-Padova è una concessionaria tra le più floride, tanto che nel 2014 sono cresciuti i ricavi di 16 milioni e diminuiti i debiti di 10 (i numeri del bilancio 2014 sono riportati nell’articolo a destra).

E la Brescia-Padova sarebbe solo un primo tassello nella strategia di conquista del mercato italiano delle autostrade da parte degli spagnoli. Il primo a opporsi con forza all’ipotesi è stato Tosi, che ha quindi provato ad accelerare sulla holding unica tra Autovie e Cav, la società subentrata a Serenissima nel dicembre 2009 per la gestione della Venezia-Padova e che è composta al 50 per cento da Anas e al 50 dalla Regione Veneto.

I presidenti Serracchiani e Zaia hanno già manifestato la comune volontà di aggregazione, non solo tra Autovie, Cav e Brescia-Padova, ma anche oltre.

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Arrivando a immaginare una holding delle autostrade per l’intero Nord, perché la frammentazione tra concessionarie è troppa e unire le gestioni significherebbe abbattere i costi e rispondere ai dettami europei.

Se però sembra prematura la costituzione di una squadra del Nord, quella del Nordest non è un miraggio. Soprattutto per stoppare le ambizioni di Abertis.

Nel percorso tracciato politicamente, però, c’è un altro ostacolo, è l’appuntamento con le elezioni regionali in Veneto, contesa che si consumerà a maggio. L’uscente presidente Zaia è ricandidato e, tra gli altri, dovrà competere anche con la democratica Alessandra Moretti.

Le elezioni definiranno i rapporti di forza tra Tosi e Zaia, ma potrebbe anche far cambiare le prospettive su Cav e fusioni. La nascita del polo del Nordest potrebbe dunque rallentare e lasciare spazi conquistatori spagnoli.

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