Autismo, service inutilizzato: Medea protesta

MEDEA. La politica regionale e nazionale è finita pesantemente sotto accusa a Medea, dove pare che la burocrazia sovrasti e si disinteressi dei bisogni e delle problematiche che investono il mondo della disabilità.
È finita sotto accusa in occasione dell’annuale Festa d’estate che si è tenuta nel Centro residenziale Villa Santa Maria della Pace, dei Padri Trinitari, e nel corso della quale, molte autorità presenti hanno stigmatizzato il fatto che a due anni dalla sua realizzazione, non abbia trovato ancora apertura il nuovo service “Dopo di noi”, una struttura di riferimento regionale e nazionale, riservata a persone con autismo grave, prive di genitori.
Un service innovativo e moderno, che può dare risposte concrete e ospitalità a circa 25 persone, realizzato all’interno dell’area su cui sorge il centro psicopedagogico medeense stesso e resa possibile grazie all’intervento finanziario dei Padri Trinitari, della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Carigo e altri soggetti pubblici e privati.
A puntare per primo il dito contro la politica è stato l’economo del centro Marco De Palma che ha parlato di blocco burocratico attuato da chi non conosce i bisogni dei disabili e per volontà politica non riesce a trovare e a imporre dei criteri standard per la gestione della nuova struttura, preferendo non decidere e lasciarla chiusa.
«Il tutto - ha aggiunto - all’interno di una situazione politica nazionale difficile e involutiva, in cui viene chiesto sempre di più ai più deboli e alle famiglie dei disabili e alla quale si sta lentamente adeguando anche la nostra regione, pur con le sue specialità statutarie. Speriamo che in autunno si riesca finalmente ad inaugurare il nuovo residence, ma di certo non festeggeremo l’avvenimento ritenendo che non vi sia nulla fa festeggiare per chi chiede solamente di poter aprire la struttura».
«È una vergogna», ha invece tuonato Mario Brancati, vicepresidente della Consulta regionale dei disabili, definendo scandaloso che il Consiglio regionale non riesca a decidere per l’apertura della nuova struttura di Medea, che non servirà solamente quella località e che non può essere inserita in un contesto che riguardi solamente il sistema sanitario regionale, invitando la politica regionale ad avviare un nuovo welfare, «fermo ormai dal 1988 e nel quale la disabilità intellettiva possa trovare la sua giusta collocazione».
Analizzando la situazione del nuovo service, il sindaco di Medea, Igor Godeas, ha parlato, invece, di «fallimento della politica» se si è giunti a questa situazione di stallo, elogiando pure lui l’opera degli operatori del Centro medeense. Di situazione difficile ha parlato pure Elisabetta Pontello della Fondazione Carigo, ricordando che ormai anche gli aiuti solidaristici vengono tassati.
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