Aurora al Quirinale: «Indimenticabile»

La studentessa dello Stellini ha partecipato alla celebrazione del Giorno della Memoria

C’era anche un po’ di Udine alla celebrazione del Giorno della Memoria al Quirinale. Stretta fra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, c’era la giovane studentessa del liceo classico Stellini, Aurora Padrini.

Lei, coordinatrice regionale delle Consulte degli studenti, pochi giorni prima aveva anche partecipato al viaggio fra Cracovia e Auschwitz organizzato dal Miur. «Il viaggio è stato un’esperienza che mi ha colpito profondamente – racconta Aurora –. Non dimenticherò mai quello che ho provato entrando in una baracca che ad Auschwitz fungeva da dormitorio: angoscia, paura, rabbia. Ma la cosa che più mi ha colpita è stata quella di provare un senso di vergogna. Allora mi sono chiesta perché una studentessa di oggi dovrebbe vergognarsi del male che è stato fatto 70 anni fa. E mi sono resa conto che la mia era la vergogna di essere un essere umano. Perché gli individui che hanno causato tanta sofferenza perpetrando atrocità non erano pochi, erano centinaia di migliaia. Probabilmente chiunque di noi nelle stesse circostanze avrebbe potuto diventare carnefice. Perché l’odio, e questo è il fatto atroce, era diventato sistema ed era stato regolato da leggi volte a giustificarlo. Credo che viaggi come questo abbiano una rilevanza fondamentale per la nostra formazione non solo come studenti, ma come cittadini consapevoli».

Opinione questa che Aurora ha ripetuto anche al Quirinale, dove è intervenuta affiancata da un ragazzo Sinti che ha parlato della storia della sua comunità.

Il presidente Mattarella, in quella occasione, si è chiesto «come ancora oggi, sotto forme diverse che vanno dal negazionismo, alla xenofobia, all’antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato, al fanatismo religioso, si sparga e si propaghi il germe dell’intolleranza, della discriminazione e della violenza? La giornata della Memoria, allora, non ci impone soltanto di ricordare, doverosamente, le tante vittime innocenti di una stagione lugubre e nefasta. Ma impegna a contrastare, oggi, ogni seme e ogni accenno di derive che ne provochino l’oblio o addirittura ne facciano temere la ripetizione. Auschwitz, oggi, è diventato un monumento contro l’orrore nazista. Ma è, e deve essere, anche la testimonianza, presente e consapevole, di quali sciagure sia capace di compiere l’uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell’odio».

Michela Zanutto

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